Nei prossimi giorni voglio “imbiancare” i tronchi delle piante da frutto dell’Orto Botanico ElGram. E’ un’attività dalle origini antichissime: in Valle, da me, si usava fare in autunno per proteggere le piante dalle gelate, e in primavera, per farlo dalle insolazioni. Oltre al tutelarle, così facendo, dall’attacco di insetti e diverse malattie. E’ poi oltremodo gradevole vedere un frutteto con i tronchi bianchi… personalmente mi trasmette una sensazione di ordine, cura, attenzione.

Ho di seguito raccolto alcuni pezzi di articoli dal Web sulla materia, così da intervenire in modo corretto: non lo faccio dal 1993, quando seguivo l’orto di famiglia a Lusernetta.

 

 

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Metodi di protezione dei tronchi degli alberi da frutto

La pulizia dell’albero e del terreno

Innanzitutto, dobbiamo pulire l’albero e il terreno per distruggere i ripari invernali dei parassiti ed eliminare uova, larve e spore che si trovano sui tronchi, sui rami e nel terreno.

Durante la stagione autunnale possiamo allontanare le foglie e i frutti caduti a terra ed eliminare quelle ancora attaccati ai rami.

Nella stagione invernale, invece, è consigliabile pulire i tronchi e i rami di maggiori dimensioni per eliminare il muschio e i licheni che costituiscono un rifugio per i parassiti.

Questa operazione per la protezione dei tronchi degli alberi da fruttopossiamo eseguirla con una spazzola metallica facendo attenzione a non raschiare eccessivamente la corteccia.

L’applicazione dell’olio bianco

L’olio bianco olio minerale come la paraffina è una sostanza biodegradabile il cui utilizzo è autorizzato in agricoltura biologica.

Questo composto viene impiegato per allontanare parassiti come il ragnetto rosso, le cocciniglie, gli afidi, gli acari e le larve o bruchi. L’olio bianco avvolge, come in una pellicola, le uova e le larve che non respirano più e soffocano.

Questo prodotto viene venduto in forma concentrata, verrà poi diluito in acqua e nebulizzato sul tronco e sui rami preferibilmente durante il periodo invernale.

I fungicidi minerali per la protezione dei tronchi degli alberi da frutto

Tra i fungicidi minerali più comuni e ammessi in agricoltura biologica possiamo utilizzare il rame e lo zolfo.

E’ opportuno utilizzare questi prodotti per prevenire l’insorgenza della malattia o comunque agli esordi della stessa. Prima di eseguire il trattamento è consigliabile assicurarsi che non siano previste piogge nelle 48 ore successive.

La calce idrata

La calce idrata rappresenta una valida alternativa per la protezione dei tronchi degli alberi da frutto dagli insetti parassiti come psille, cocciniglie, afidi, larve di carpocapsa e malattie come bolla, candidosi e ticchiolatura.

Inoltre, l’applicazione della calce idrata sui tronchi permette di proteggere questi ultimi dal caldo intenso della stagione estiva.

Dopo l’applicazione, infatti, la superficie bianca del tronco avrà una maggiore capacità riflettente, questo consente al tronco di rimanere fresco anche in situazioni di caldo estremo.

Vi consigliamo di eseguire l’applicazione della calce idrata nei mesi di febbraio e marzo, al massimo fino al mese di aprile.

Questo metodo è ammesso in agricoltura biologica in quanto è poco invasivo, naturale e non inquinante.

La poltiglia bordolese

Molto utilizzata in agricoltura biologica, la poltiglia bordolese è un composto formato da rame e calce.

E’ molto efficiente per la protezione dei tronchi degli alberi da frutto contro diverse patologie come la peronospora, la ticchiolatura, la moniliasi del susino, del cotogno e del pero ma anche la bolla del pesco e l’oidio del melo.

Vi consigliamo di applicare la poltiglia bordolese quando iniziano a cadere le foglie, in inverno e all’inizio del periodo della fioritura.

Qui potrete trovare maggiori informazioni riguardanti la poltiglia bordolese: cosa è, a cosa serve e come potete prepararla in casa.

FONTE


Cos’è la poltiglia bordolese: composizione e proprietà

La poltiglia bordolese è l’unione del solfato di rame e dell’idrossido di calcio, la calce idrata (conosciuta anche come calce spenta).

Il rame possiede una potente funzione fungicida ma sotto forma di solfato è estremamente acido e se usato in forma pura brucerebbe le foglie delle piante.

Nella preparazione di questo famoso ed antico anticrittogamico biologico è quindi indispensabile modificare il composto attraverso l’idrossido di calcio che oltre ad abbassare il PH del solfato di rame è necessario per rendere l’azione contro i funghi della poltiglia bordolese più duratura e meno pericolosa, ed aggressiva, nei confronti delle piante.

Applicazioni: su quali piante si usa la poltiglia bordolese

L’efficacia del solfato di rame fu scoperta nel 1884 in Francia sulla peronospora della vite ma attualmente viene utilizzata per prevenire e curare negli orti e nei frutteti attacchi di molti funghi.

La poltiglia bordolese è efficace non solo contro i funghi che minacciano le viti ma anche contro alcune malattie fungine che colpiscono:

  • gli olivi (l’occhio di pavone e la lebbra dell’ulivo)
  • gli agrumi (l’allupatura o marciume bruno)
  • le drupacee e le pomacee (i cancri rameali, la bolla, il corineo e la ticchiolatura)
  • le solanacee (l’alternariosi o marciume nero, la cancrena pedale)
  • la fragola (l’antracnosi e la vaiolatura)

Avvertenze e come si usa: pericolo tossicità e limiti di legge

Quando utilizzi la poltiglia bordolese devi maneggiarla con cura indossando guanti e mascherine per evitare i possibili danni da avvelenamento diretto.

La tossicità della poltiglia bordolese comporta una riduzione dell’attività fotosintetica e il conseguente rallentamento dello sviluppo vegetativo.

Non utilizzarla assolutamente durante la fioritura delle coltivazioni perché possono verificarsi molto frequentemente fenomeni di fitotossicità soprattutto sui fiori.

Usala con moderazione e sospendi del tutto l’uso almeno 20 gironi prima dell’inizio della raccolta dei frutti.

Per sicurezza ti consigliamo di lavare in modo approfondito i prodotti del tuo raccolto per evitare che vi restino residui indesiderati.

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Scopi dell’imbiancatura dei tronchi

L’imbiancatura dei tronchi permette di conseguire diversi obiettivi contemporaneamente:

  • riflette i raggi del sole che possono causare, soprattutto durante il disgelo, causano ustioni sulla corteccia degli alberi. La calce disposta sui tronchi riflette i raggi del sole prevenendo, così, il surriscaldamento e le screpolature della corteccia;
  • svolge anche l’azione di isolante termico, infatti i tronchi non si congelano durante le notti più fredde. Inoltre, previene la formazione di gelo sulla corteccia che costituisce un ambiente favorevole per lo sviluppo delle spore e altri agenti patogeni;
  • il trattamento dei tronchi mediante l’imbiancatura favorisce la distruzione degli agenti patogeni come insetti, microrganismi e spore fungine poiché i composti utilizzati al loro interno contengono sostanze insetticide e fungicide.

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Qual è lo scopo della calcinatura degli alberi?

Diamo un’occhiata a ciò che fa il custode dell’albero:

    • Per evitare che la nuova corteccia si fessuri e che funghi e insetti entrino nella corteccia. Come abbiamo detto prima, questi insetti approfittano di queste strisce per ibernarsi e prosperare in modo da poter sopravvivere fino all’estate.
    • Serve ad allontanare i parassiti che possono uccidere le foglie o i frutti deponendo le uova nella sua corteccia. Questo aiuta ad aumentare i profitti e le vendite del raccolto.
    • Protegge gli alberi che hanno una corteccia finale dall’intensità dei raggi solari. Le alte temperature della primavera e dell’estate possono colpire gli alberi che hanno una corteccia molto più sottile. Pertanto, questo colore bianco della calce può aiutare a riflettere la maggior parte della radiazione solare incidente per proteggerla.
    • Così come protegge gli alberi che hanno una corteccia più sottile, può anche proteggere il tronco di quelli che hanno finito la corteccia.

È anche bene sapere che con la pioggia o l’irrigazione, la calce scorre nel terreno e fa aumentare il pH. Con il tempo questo fa sì che il terreno diventi più alcalino. Nel migliore dei casi, l’albero non sarà in grado di trattenere bene il ferro, le sue foglie perderanno il loro colore e il tronco potrà subire delle bruciature. Nel peggiore dei casi la capacità di fotosintesi può diminuire al punto che l’albero muore.

Se le vostre coltivazioni hanno qualche tipo di problema con il gestore degli alberi, è meglio consultare uno specialista che sia in grado di risolvere i problemi di parassiti e con la garanzia che si tratta di una soluzione ecologica.

Storia della calcinazione degli alberi

Come ogni cosa, anche questa tecnica ha una storia da “raccontare”. Si scopre che all’inizio del XIX secolo questa pratica veniva fatta nelle caserme per intrattenere i soldati. Questo è qualcosa che è stato detto da un architetto del paesaggio brasiliano di nome Roberto Burle Marx (1909-1994).

Si fa ancora oggi perché alcune persone pensano che faccia sembrare il paesaggio più pulito. Ma perché, quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

Vantaggi e svantaggi

Quando si imbianca un albero, spesso si pensa che questo lo protegga dalle formiche, ma la realtà è che, più che da questi insetti, è protetto dal sole, poiché la calce riflette la luce e, quindi, anche il calore. Per questo motivo, la metà inferiore del tronco, che è la più esposta, è dipinta. Tuttavia, questa pratica può causare problemi alla pianta a lungo termine, poiché la espone a malattie a causa dell’inconveniente della respirazione.

La vernice è composta da agenti chimici che influenzano la respirazione dell’albero, poiché alterano gli stomi, che è una parte della pianta che usa per respirare. Pedro Guillén, un ingegnere forestale del ministero venezuelano del potere popolare per l’ambiente, ha detto che era come se le narici fossero bloccate .

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Spennellatura dei tronchi nel frutteto. La migliore ricetta

La ricetta

Ecco allora una ricetta per la preparazione di un secchio di tintura, sufficiente per 5-10 piante secondo le dimensioni delle stesse.
Ingredienti
– 5 litri di tinteggiatura murale bianca TRASPIRANTE per esterno;
– 500 grammi kg di colla vinilica bianca, (tipi Vinavil);
– 200 grammi di ossicloruro di rama-20 preferibilmente incolore;
– 4 litri di acqua

Preparazione

Versate la tinta murale in un recipiente capace di 10 litri circa;
Aggiungete 3,5 litri di acqua e miscelate con cura;
Aggiungete la colla e miscelate ancora;
Sciogliete l’ossicloruro di rame nel mezzo litro restante di acqua, miscelando a lungo, poi versate nel secchio per l’ultima miscelazione.

Applicazione

Mentre applicate la vernice miscelate molto spesso perché gli ingredienti tendono a separarsi, in particolare la colla tende a depositarsi sul fondo.
Spazzolate bene la superficie dei tronchi, co maggior energia per quelli con corteccia ruvida e robusta, e maggior delicatezza per le cortecce fini.
Spargete la vernice in strati leggeri, eventualmente passando e ripassando più volte, dal basso verso l’alto. Dovete evitare gocciolature. Usate una pennellessa da pittura murale.
Coprite bene tutti gli spazi.