Posizione che voglio caratterizzi, insieme ai concetti di biofilia, tolleranza, autonomia, volontà, passione, etc… più volte citati in altri interventi, la Gilda degli Esploratori Erranti.
“L’Universo è così vasto e complesso che è non possibile, per un essere così limitato e giovane qual’è l’uomo, definire il bene e il male in senso assoluto: esistono solo decisioni e conseguenze e con queste deve quotidianamente confrontarsi l’individuo.”
Il relativismo è una posizione filosofica che nega l’esistenza di verità assolute, o mette criticamente in discussione la possibilità di giungere a una loro definizione assoluta e definitiva. In Europa se ne riconosce la prima comparsa all’interno della sofistica greca; in seguito posizioni relativiste furono espresse dallo scetticismo antico e moderno, dal criticismo, dall’empirismo e dal pragmatismo.
Chi è relativista sostiene che una verità assoluta non esiste, oppure, anche se esiste, non è conoscibile o esprimibile o, in alternativa, è conoscibile o esprimibile soltanto parzialmente (appunto, relativamente); gli individui possono dunque ottenere solo conoscenze relative, in quanto ogni affermazione è riferita a particolari fattori e solo in riferimento ad essi è vera. Per i sofisti, nessun atto conoscitivo raggiunge la natura oggettiva delle cose, né rappresenta una verità assoluta valida per ognuno. Un ulteriore punto di vista, di cui Ludwig Wittgenstein fu il principale sostenitore, è che, poiché tutto viene filtrato dalle percezioni umane, limitate ed imperfette, per forza di cose ogni conoscenza è relativa alle esperienze sensibili per l’uomo. Citando appunto Wittgenstein:
« Se un leone potesse parlare, non lo capiremmo comunque. » (Ludwig Wittgenstein)
Per il filosofo Nicola Abbagnano l’antica sofistica, lo scetticismo, l’empirismo e il criticismo sono manifestazioni di un relativismo che tenta di crearsi una tradizione. Ma in realtà la corrente detta Relativismo, per Abbagnano, è nata come fenomeno moderno, legata alla cultura del sec. XIX. Manifestazione estrema la dottrina di Oswald Spengler nel suo libro Il Tramonto dell’Occidente (1918-1922) dove è affermata la relatività di tutti i valori della vita in rapporto alle epoche storiche, considerate come entità organiche, ognuna delle quali cresce, si sviluppa e muore senza rapporto con l’altra:
« Ogni cultura ha il suo proprio criterio, la cui validità comincia e finisce con esso. Non vi è alcuna morale umana universale » (Oswald Spengler da Der Untergang des Abendlandes, I, 55)
– Alla Reggia di Venaria mi è stato insegnato che il miglior modo di mantenere e godere il verde domestico è rappresentato dal Giardino all’Italiana del ‘700, con i suoi viali, siepi, fontane e disegni geometrici. Struttura che riechiede quotidiana manodopera con costi altissimi e che solo il giro di affari intorno al restauro della piccola Versailles piemontese, può permettere oggi.
– Al Castello di Racconigi il miglior modo diviene il Giardino all’Inglese dell’800, con i suoi boschi, prati, torrenti e radure artefatti a emulare gli antichi santuari dei druidi celtici… lasciando intendere che con la rivoluzione industriale buona parte della manovalanza agricola era divenuta manovalanza operaia, sguarnendo le fila dei manutentori dei parchi.
– Nei boschi delle mie Valli la politica gestionale è quella della pulizia e dell’ordine nelle aree silvestri: perché nel pulito non si fermano animali e insetti nocivi e si raccolgono meglio funghi e frutti, il fogliame secco serve per le bestie e le piante in inverno, il legno secco di piante morte serve per scaldarsi, etc…
– Alla Villa dei Laghi nella Mandria il miglior modo diviene l’abbandono totale dei luoghi al loro destino selvatico: queste permette il ricrearsi di piccole superfici dell’antica scomparsa foresta padana nella quale vivono e si riproducono in tranquillità innumerevoli specie. Diviene persino un vanto locale la presenza di un piccolo insetto che sbriciola i tronchi delle piante morte creando spazi per nidi di uccelli e humus per il sottobosco… io mi chiedo: sarà che una superficie di 2000 ettari è gestita da un organico di poche decine di soggetti che con i prossimi tagli governativi si ridurranno ulteriormente?
E allora qual’è il miglior modo di mantenere e godere il verde domestico?
E’ la miglior soluzione applicata nel periodo di tempo “t”, da chi ha il potere per farlo entro i limiti delle conoscenze e delle risorse del gruppo che coordina. Ecco il relativismo.