Proprio ieri mattina smanettavo con il mio ultimo RPG “Aralon” e, ucciso un gruppo di orsi che mi sbarravano la strada nella foresta, mi sono detto: ma è possibile che alla fin fine la struttura di questi giochi non sia altro che uccidi-vendi il ricavato-potenziati-uccidi nemici più grossi? Dobbiamo trovare una ricetta alchemica per creare un rpg dove le uccisioni siano occasionali, eccezionali e significative non così! Anche se poi l’esperienza di un giornale che prediligeva gli articoli di pubblico servizio al gossip e alla cronaca nera, mi ha insegnato che la cosa avrà ben poco appeal sui grandi numeri…  😥

 

L’amministrazione Obama ha organizzato una maratona di 48 ore per spingere gli sviluppatori a creare giochi educativi. Conquistando anche l’interesse di colossi come Electronic Arts e Ubisoft

A pochi passi dallo Studio Ovale, 102 sviluppatori divisi in 23 squadre hanno lavorato giorno e notte per creare un prototipo del loro titolo. Ma a differenza di iniziative simili, che in genere attirano l’attenzione di migliaia e migliaia di programmatori indipendenti e che si svolgono in maniera totalmente virtuale, il progetto di Obama ha messo nella stessa stanza studenti del college e professionisti del settore provenienti da grandi studi.

Come il team di Red Storm Entertainment, al lavoro per Ubisoft su Far Cry 4, che ha messo a punto Endemos, un simulatore di ecosistema nel quale i giocatori hanno il potere di modificare flora e fauna a piacimento, tenendo però conto degli equilibri necessari alla sopravvivenza dell’ambiente. O quello di GlassLab, che fa riferimento ad Electronic Arts, che ha sviluppato President of the Galaxy, per insegnare ai più piccoli il funzionamento del sistema elettorale americano e non solo. Alla Casa Bianca è arrivata persino la squadra finlandese di Rovio, lo studio divenuto famoso a livello planetario grazie alla serie Angry Birds. 
Durante la maratona i programmatori hanno lavorato a stretto contatto con funzionari e consulenti del governo, che passo dopo passo hanno seguito lo sviluppo delle idee per assicurarsi che fossero conformi alle linee guida del sistema educativo statunitense. Ma la parte più importante, quella dei “tester”, dei verificatori, l’hanno fatta loro, i bambini, che hanno giocato da cima a fondo ogni prototipo, regalando agli sviluppatori le loro preziosissime opinioni.
 
“La libertà di giocare è libertà di imparare – ha spiegato Chad Sansing, uno dei consulenti governativi del progetto -. Qui alla game jam ho visto gioia e determinazione, elementi che vorrei vedere di più nelle scuole”. D’altronde già nel 2011 Obama aveva auspicato la nascita di titoli educativi che fossero al livello dei migliori videogiochi in circolo. E dati i risultati di questo primo esperimento, presto alla corte di Obama potrebbero arrivare altre centinaia di esperti di mondi virtuali. “Il nostro obiettivo – ha concluso Richard Culatta, direttore dell’ufficio di Educazione Tecnologica – è mostrare cosa siamo in grado di fare, che con questi mezzi possiamo cambiare il mondo dell’educazione. Quando educazione e divertimento saranno indistinguibili, allora avremo vinto”.
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