Le nostre giornate, in questo periodo dell’anno, hanno come colonna sonora il canto del cuculo… che inizia alle 6 del mattino e non cessa sino alle 20! Non sono mai riuscito a vederlo, ma è lì, nel bosco dietro casa. Ho così deciso di leggere un po’ sull’argomento…


Cuculo (Cuculus canorus)

Il cuculo (Cuculus canorus Linnaeus, 1758) è un uccello membro della famiglia Cuculidae. È voce onomatopeica che deriva dal verso caratteristico “cu-cu, cucù” di questo uccello che in alcune regioni italiane è chiamato cucco, cucù, cuccù, cuccu oppure cucu. La pronuncia tradizionalmente preferita della parola è cucùlo ( [kuˈkuːlo]), che riflette l’accentazione solitamente percepita del verso e resa con cucù, ma oggi prevale la variante sdrucciola cùculo ([ˈkukulo]).

Descrizione

Il cuculo è lungo circa 30–35 cm, ha un’apertura alare di 55–60 cm e pesa 70-160 g. Il piumaggio è sull’azzurro nella parte superiore, mentre nella femmina talvolta può essere rossiccio. Nella parte inferiore è più chiaro con strisce trasversali scure. Possiede zampe corte, ali lunghe e sottili alla fine, coda lunga, più grossa alla radice.

Distribuzione e habitat

Il cuculo è diffuso in Eurasia e in Africa. Sverna in Africa meridionale mentre nidifica in Europa e in Africa settentrionale.Vive praticamente in ogni ecosistema, preferisce comunque i boschi, specialmente luminosi e con un ricco sottobosco, di collina e pianura.

Biologia

Riproduzione

Il cuculo è noto per la sua peculiare caratteristica del parassitismo di cova. Esso consiste nel deporre il proprio uovo all’interno del nido di altri uccelli (una cinquantina di specie di Passeriformi, maggiormente cannaiole, capinere, forapaglie, ballerine e averle e anche drongo africano[6]); questo perché il cuculo adulto si nutre di un’alimentazione diversa da quella dei piccoli, mentre altri uccelli, per esempio le cannaiole, hanno la stessa alimentazione. La femmina depone un solo uovo in ogni nido da aprile in poi, per un totale di circa 15-20 giorni. Le uova somigliano molto a quelle della specie “ospite” ma il tipo di uova varia in base alla specie.
Alla schiusa, che di norma avviene dopo circa 12 giorni, il piccolo del cuculo, con l’aiuto del dorso, si sbarazza delle altre uova non ancora schiuse presenti nel nido rimanendo quindi come unico ospite del nido. I genitori adottivi vengono ingannati da questo comportamento e nutrono il cuculo come se fosse un proprio nidiaceo per 2-3 settimane.
Si è scoperto che i cuculi, dato che non devono occuparsi dei piccoli, migrano nei quartieri di svernamento subito dopo aver deposto le uova.

Alimentazione

Il cuculo si nutre di insetti vari, bruchi (come la processionaria), molluschi e ragni.

Tassonomia

Cuculus canorus ha quattro sottospecie:
Cuculus canorus canorus
Cuculus canorus bangsi
Cuculus canorus subtelephonus
Cuculus canorus bakeri

Musica

Georg Friedrich Händel compose un famoso concerto per organo e orchestra chiamato Il cuculo e l’usignolo (HWV 295) a causa dell’imitazione del canto di questi due uccelli da parte dell’organo all’interno del secondo movimento.
Un altro celebre brano è la Toccata con lo scherzo del cucco di Bernardo Pasquini, ripreso e orchestrato da Ottorino Respighi nella sua suite orchestrale Gli uccelli.
Un altro brano in cui compare il cucù è nel Festino nella sera del Giovedì grasso avanti cena, op. 18: Capricciata e Contrappunto bestiale alla mente di Adriano Banchieri, degli inizi ‘600, dove il cucù s’inserisce insieme a cane, gatto e chiurlo a verseggiare per onomatopee carnascialesche.
Antonio Vivaldi, ne Le quattro stagioni, alla battuta 31 dello spartito del suo concerto Estate ha inserito la dicitura “IL CUCCO”, mentre nel sonetto che accompagna il concerto c’è il verso che dice “Scioglie il cucco la voce”, da cui si deduce che dalla battuta 31 del suo concerto Estate riproduce in musica il canto del cuculo.
Il “Cucù” è anche il brano n. 9 nel Carnevale degli animali di Saint Saëns, dove nel bosco misterioso, ritratto dai pianoforti, s’inserisce il verso del cuculo introdotto dalle misteriose comparse del clarinetto.
“Cucù” è il verso che appare durante il ritornello del brano popolare Il cucù, interpretato anche da Orietta Berti.
“La canzone del cucù” di Marvin Hatley è il tema delle comiche di Stan Laurel e Oliver Hardy.

Cinema

Qualcuno volò sul nido del cuculo, film di Miloš Forman, è uno dei soli tre film nella storia del cinema ad aver vinto tutti e cinque gli Oscar principali (miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior attrice, migliore sceneggiatura non originale). Il film è una denuncia dei metodi disumani utilizzati negli ospedali psichiatrici statunitensi; difatti, l’espressione “nido del cuculo” è una delle forme gergali che indica un “manicomio”.
Il film di fantascienza Il villaggio dei dannati del 1960 (e il remake del 1995) sono adattamenti del romanzo di John Wyndham del 1957 The Midwich Cuckoos, ovvero “I cuculi di Midwich” (nell’edizione italiana I figli dell’invasione). Nel romanzo (e nei film) tutte le donne in età fertile di una cittadina vengono inseminate a loro insaputa da una razza aliena.
Il film di fantascienza Vivarium del 2019 mostra nella sequenza di apertura i primi momenti di vita di un cuculo nel nido. Anche la trama del film è incentrata su un bambino cresciuto da una famiglia non sua.

 

Orologeria

Alcuni orologi sono chiamati orologi a cucù in quanto includono una suoneria che imita il verso del cuculo allo scandire delle ore.

FONTE


Cuculo: curiosità sull’uccello che deve il nome al suo verso 

Conosciuto da tutti come “cucù” a causa del suo verso onomatopeico, il cuculo è uno degli uccelli più schivi, solitari e opportunisti del pianeta. 

Tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta del volatile schivo e litigioso che deve il nome al suo verso: stiamo parlando del cuculo, un uccello di colore grigio che con il suo particolare richiamo annuncia l’arrivo della primavera e l’inizio del lavoro degli agricoltori nei campi.

Scopriamo insieme tutti i segreti e le curiosità sul cucù che rallegra le tiepide giornate primaverili.

 

Dove vive il cuculo? 

Il cuculo, il cui nome scientifico è Cuculus canorus, è un uccello migratore: ama vivere e nidificare prevalentemente in Europa, in Asia e in Africa, mentre spesso è solo di passaggio in zone come l’India e l’Arabia Saudita. In genere, il cuculo trascorre l’inverno in Africa meridionale e orientale, ma è probabile trovarlo anche nei territori dell’Asia tropicale. Questo uccello ama stare anche in Italia, in particolare nei periodi primaverili nelle zone di montagna e pianura.

Gli esemplari adulti migrano verso l’Africa nei primi mesi estivi, generalmente tra Giugno e Luglio, mentre i più piccoli li seguono autonomamente (grazie a un senso dell’orientamento fuori dal comune) al termine della stagione calda, tra Agosto e Settembre.

Il cuculo si sposta sempre nelle ore notturne ed è in grado di adattarsi ad ambienti diametralmente differenti: sta bene all’interno di boschi, in zone umide e paludose, ma anche in aree aride e asciutte come steppe o isole calde prive di vegetazione.

Come sceglie il luogo dove vivere? La scelta dipende inevitabilmente dal numero di passeracei già presenti in zona: infatti, più sono numerosi questi volatili, più il cuculo avrà possibilità di “rubare” un nido nel quale deporre le proprie uova.

 

Cuculo: caratteristiche fisiche e carattere del volatile

Come riconoscere un cuculo quando lo vediamo? In primo luogo, è fondamentale sapere che questo uccello non ha dimensioni molto grandi: è lungo circa 30 centimetri e la sua apertura alare arriva ad un massimo di 60 centimetri, con un peso che oscilla tra i 70 e i 150 grammi.

Una delle caratteristiche che contraddistingue il cuculo è il suo piumaggio molto abbondante che assume colorazioni differenti:

  • Giallo ardesia sul dorso;
  • Grigio cenere su testa e collo;
  • Biancastro o grigio scuro su ventre e gola;
  • Grigio con sfumature bianche e nere sulla lunga coda;
  • Grigio sulle lunghe ali appuntite.

Grazie a queste tonalità poco riconoscibili e poco visibili, spesso è difficile avvistare il cuculo, soprattutto quando si riesce a mimetizzare perfettamente con le foglie tra gli alberi.

Cosa mangia il cuculo? Grazie al becco giallo robusto e ricurvo, il cuculo riesce a cacciare facilmente diverse specie di insetti e bruchi, di cui ama nutrirsi. Proprio come il becco, le zampe sono di colore giallo acceso e sono caratterizzate da due dita rivolte in avanti che permettono al cuculo di rimanere in equilibrio sui rami senza difficoltà.

E caratterialmente com’è il cuculo? È un uccello solitario e molto schivo, nella maggior parte dei casi estremamente prudente. Ha un carattere tutt’altro che socievole, anzi particolarmente litigioso, soprattutto durante la stagione degli amori: infatti, basta il canto di qualsiasi altro uccello per irritarlo e farlo preparare alla battaglia.

 

Le diverse specie di cuculo

Il cuculo, proprio come l’albatro e molti altri voltali, non si caratterizza solo con una tipologia: infatti, ne esistono diverse specie oltre al più noto cuculo comune di cui abbiamo già parlato. Ecco quali sono le più note:

  • Cuculo dal ciuffo – Clamator glandarius

Clamator glandarius

Questo volatile si trova per lo più nel Sud del continente europeo, prevalentemente in territori aridi o nelle aree steppose. Rispetto al cuculo comune ha colori più vivaci: nelle zone superiori è caratterizzato da un colore grigio scuro, mentre nelle zone inferiori e in parte delle ali è di un colore biancastro. Le ali sono più arrotondate rispetto a quelle del cuculo comune e la coda è più stretta e lunga. Inoltre, come dice il nome stesso della specie, i maschi adulti si caratterizzano per il ciuffo grigio-azzurro sulla testa.

  • Cuculo americano – Coccyzus americanus

Coccyzus americanus

Questo volatile è conosciuto anche con il nome di beccogiallo a causa del colore giallo acceso del suo becco. Le ali sono a punta come quelle del cuculo comune, ma rispetto a quest’ultimo è di dimensioni più ridotte. Le parti inferiori della livrea sono bianche, mentre quelle superiori più scure. Vive prevalentemente Oltreoceano, ma durante i periodi di migrazione è possibile avvistarlo anche in Europa.

  • Cuculo occhirossi – Coccyzus erythropthalmus

Coccyzus erythropthalmus

Questo volatile deve il suo nome al caratteristico anello di colore rosso-corallo che contraddistingue il contorno dei suoi occhi. Il suo piumaggio è di colore vivace e colorato, ricco di sfumature, mentre il becco è grigio con alcune sfumature tendenti al blu. Rispetto alle altre specie, è l’unica che non presenza macchie nel piumaggio delle ali.

  • Corridore della strada – Geococcyx californianus

Geococcyx californianus

Questo uccello è particolarmente famoso grazie al noto cartone animato “Willy il Coyote”: stiamo parlando del velocissimo Beep-Beep, il noto corridore della strada o roadrunner. Infatti, non tutti sanno che il nostro amico Beep-Beep fa parte della famiglia del cuculo. Diversamente dagli altri uccelli, il roadrunner non ama volare e preferisce correre a terra, riuscendo a raggiungere anche una velocità di 20 km/h. Il piumaggio tende al colore bianco nella zona di petto e ventre, mentre sulla testa, sul dorso, sulle ali e sulla coda è di colore marrone con sfumature marroni o grigie.

Accoppiamento e riproduzione dell’uccello che non fa il nido

Non tutti sanno che il richiamo del cuculo, ovvero il famoso “cucù”, è semplicemente una parte del processo di accoppiamento. Ma, come avviene la riproduzione di questi uccelli?

Nel periodo dell’accoppiamento, l’esemplare maschio va alla ricerca di un territorio abbastanza ampio da difendere dai rivali. In altre parole, quando il cuculo canta significa che sta per avvenire l’accoppiamento: infatti, il canto serve per innalzare una barriera sonora nel territorio da proteggere. Il cuculo canta da mattina a notte fonda, appoggiato sul suo ramo mentre si gira continuamente per accertarsi che il suo richiamo venga percepito in tutte le direzioni.

Il territorio scelto dal cuculo non servirà per creare il nido, poiché il cuculo è un uccello che non fa il nido: servirà semplicemente come abitazione del volatile. Una curiosità: il cuculo è un volatile molto litigioso nel periodo amoroso. Infatti, basterà il canto di un altro uccello per indispettirlo e renderlo aggressivo.

Mentre i maschi cantano, le femmine partono alla ricerca di nidi di altri uccelli nei quali deporre le uova: infatti, non costruendo alcun nido, il cuculo ha bisogno di utilizzare il nido di altri volatili per le sue uova. La femmina viene corteggiata da più esemplari maschi che termineranno il lavoro solo dopo la fecondazione. L’accoppiamento avviene dopo un agitato inseguimento, generalmente a terra o su un ramo.

A causa del comportamento del cuculo, sono più di 40 le specie volatili vittime dell’opportunismo di questo uccello. Infatti, non creando un proprio nido deve servirsi di quello di altri volatili distruggendo la loro casa e le loro uova. Generalmente le vittime più comuni sono pettirossi e beccafichi, anche se tutti i passeracei presenti nella zona scelta dal maschio possono ritenersi in pericolo. Questo fenomeno ha un nome specifico: si chiama parassitismo di cova.

Uova e accoppiamento cuculo

Come fa il cuculo a servirsi dei nidi degli altri uccelli? La femmina del cuculo depone un unico uovo all’interno del nido ospitante: l’uovo deposto è in grado di mimetizzarsi perfettamente con le uova già presenti nel nido, al fine di non destare sospetti.

Come fa la femmina a deporre l’uovo nel nido di altri uccelli? Semplicemente utilizzando l’ingegno. Infatti, le tecniche utilizzate sono prevalentemente due:

  • La femmina fa cadere l’uovo nel nido volandoci sopra con particolare precisione;
  • La femmina depone l’uovo a terra e poi lo sposta all’interno del nido trasportandolo con il becco.

Dopo 12 o 13 giorni, l’uovo del cuculo si schiude e il piccolo appena nato si libera con violenza delle altre uova presenti nel nido. In questo modo lui potrà essere l’unico ad essere accudito. Così gli uccelli proprietari del nido vengono ingannati due volte: non solo perdono le proprie uova, ma si trovano costretti a nutrire il piccolo cuculo per lunghe settimane credendo che sia un loro piccolo.

FONTE