In realtà si tratta di un uccello costiero, ma ormai da anni la sua presenza è stabile nei pressi dei laghi di Avigliana e lungo la Dora Riparia. E’ un uccello particolare… mi colpiscono molto gli occhi dallo sguardo profondissimo!

 

 

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Cormorano (Phalacrocorax carbo)

Non vive stabilmente nel parco, ma è facile osservare alcuni individui in volo lungo l’asse della Dora. Si tratta di uccelli di grosse dimensioni (lunghezza 70-102 cm e apertura alare 121-160 cm), legati agli ambienti umidi sia marini che di acque dolci. Si possono individuare posati su alti alberi vicino alle sponde delle aree umide che utilizzano come “dormitori” o posatoi. Il Cormorano (Phalacrocorax carbo) ha un collo lungo e elastico a forma di S e una piccola sacca iugulare, simile a quella dei pellicani, che gli permette di inghiottire anche pesci di grandi dimensioni. Gli adulti si distinguono dai giovani per il piumaggio scuro uniforme, mentre i giovani presentano il ventre bianco. Le zampe sono palmate e forniscono una grande spinta sott’acqua. Vola molto bene grazie alle ampie ali e alla forma affusolata del corpo. La loro dieta è basata esclusivamente sui pesci che catturano tuffandosi sott’acqua. Il cormorano è in realtà un uccello marino che da poche decine di anni si è fermato stabilmente anche nelle zone interne italiane, dove ha trovato abbondanza di pesce nei corsi d’acqua principali e nei bacini lacustri. A differenza degli altri uccelli acquatici, come ad esempio le anatre, non posseggono l’uropigio, una ghiandola posta nella parte caudale, che produce una sostanza oleosa, con cui gli uccelli si cospargono le penne e le piume per essere impermeabili. I cormorani quindi, dopo un’immersione, sostano spesso al sole con le ali aperte per asciugarsi, assumendo così una postura assai buffa.

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Phalacrocorax carbo

Il cormorano comune (Phalacrocorax carbo) è un uccello acquatico della famiglia dei Falacrocoracidi diffuso in tutta l’Eurasia e l’Australasia, nonché nelle regioni nord-orientali dell’America Settentrionale e in quelle settentrionali dell’Africa.

Descrizione

Dimensioni

Misura 80-100 cm di lunghezza, per un peso di 1810-2810 g (le femmine sono più piccole dei maschi); l’apertura alare è di 130-160 cm.

Aspetto

Il cormorano comune, una sorta di corvo dei mari, è un uccello di grandi dimensioni, con la testa, il collo e il corpo di colore scuro e un robusto becco a forma di uncino.

Le penne delle ali, color bronzo, sono bordate di nero e creano un contrasto cromatico col resto del corpo; il piumaggio inferiore è quasi interamente nero. I maschi e le femmine adulti si distinguono dai giovani, i quali, nel primo anno di vita, hanno il ventre coperto di piume bianche che formano una grande macchia più o meno estesa. Durante il secondo anno, questa fascia bianca scompare, ma essi restano comunque riconoscibili per il colore brunastro del piumaggio, che comincia ad assomigliare a quello degli adulti solo durante il terzo anno di vita.

La muta degli adulti ha luogo due volte all’anno: da luglio (dopo la stagione della riproduzione) a dicembre per le penne della coda e, prima della nidificazione, da gennaio ad aprile per le piume della testa, del collo e del corpo.

Ben adattato all’ambiente acquatico (mare o acqua dolce) che gli fornisce la maggior parte del cibo, il cormorano gode di una buona capacità visiva sia sott’acqua sia in superficie: il suo occhio infatti è provvisto di una membrana nittitante trasparente (una terza palpebra che si sposta dall’angolo interno sull’intero occhio) che funge da maschera subacquea consentendogli una visione eccellente. Il tatto e l’odorato sono invece sensi poco sviluppati in questa specie.

Il corpo affusolato, le zampe molto arretrate e munite di larghissime membrane interdigitali gli garantiscono una grande agilità negli spostamenti sottomarini, che avvengono a volte a grandi profondità (fino a 9 metri).

Grazie a un apparato respiratorio ben sviluppato, quest’uccello può restare un minuto sott’acqua. Non vi rimane più a lungo perché l’acqua penetra all’interno del piumaggio, che è poco impermeabile: infatti la ghiandola uropigea, situata vicino al codrione, che secerne un olio (sebo) protettivo impermeabilizzante, è atrofizzata. Il cormorano è perciò costretto a effettuare lunghe soste posandosi su di un ramo, con le ali ben spiegate per far asciugare penne e piume. Tuttavia la permeabilità del piumaggio costituisce un vantaggio durante l’immersione: infatti l’aria imprigionata tra le barbe delle piume diminuisce a causa dell’umidità e quindi non sospinge più il corpo verso l’alto.

Il cormorano è un eccellente volatore, capace di coprire lunghe distanze fendendo l’aria con il collo teso. Il decollo dall’acqua è invece difficoltoso e appare goffo a causa della posizione molto arretrata delle zampe.

Biologia

I cormorani sono uccelli estremamente sociali. Vivono insieme in colonie che, nel periodo della riproduzione, comprendono parecchie centinaia di coppie. Durante l’inverno poi la tendenza alla coabitazione si accentua ulteriormente e gli uccelli si raggruppano a migliaia lungo i fiumi o sulle grandi distese di acqua ricavandone parecchi vantaggi: maggiore redditività nella pesca, rinforzo della coesione dei gruppi e sollecitazione dei comportamenti nuziali.

Di notte i cormorani si riuniscono a centinaia o a migliaia nei luoghi di riposo, i dormitori, costituiti dai grandi alberi che costeggiano i fiumi, formando «grappoli» di uccelli che vi si posano a partire dal tramonto fino a notte fonda. Di questo soggiorno resta, alla fine dell’inverno, una traccia ben visibile: la crosta biancastra costituita dalle deiezioni degli uccelli. I cormorani svernano in genere sempre negli stessi luoghi e spesso anche sullo stesso albero, come ha potuto constatare in Vandea l’ornitologo francese Pierre Yesou. Nei Paesi Bassi, i ricercatori Eerden e Zijlstra hanno rilevato che nei dormitori esiste una gerarchia: i maschi adulti hanno una supremazia sulle femmine e sui giovani che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale. Le zone di riposo vengono scelte in base alla sicurezza e alla quiete che esse garantiscono agli uccelli: quando si sentono tranquilli e ben protetti, i cormorani danno inizio alle parate nuziali.

Grazie alle ali possenti, i cormorani possono compiere ogni giorno spostamenti di parecchie decine di chilometri per raggiungere le zone di alimentazione o i luoghi di riposo e di accoppiamento. Durante il tragitto, gli stormi si dispongono in una formazione a cuneo che ne facilita il volo: un uccello si pone alla testa del gruppo cosicché gli altri possono avanzare nella sua scia compiendo uno sforzo minore. Il ruolo di «guida» viene assunto a turno e con regolarità da altri esemplari. Passata la stagione della riproduzione, quasi tutta la colonia si mette in viaggio verso il Sud: compirà un volo lungo parecchie centinaia di chilometri (anche 2000) per poter raggiungere le zone di svernamento adatte. La maggior parte dei cormorani che svernano in Italia proviene dalle colonie danesi, olandesi e tedesche.

Distribuzione e habitat

Animale soprattutto acquatico, legato per lo più alle acque a un tempo salate e fresche, il cormorano comune vive in tutti i continenti tranne che nell’America meridionale. Nidifica nell’estremo Nord-est degli Stati Uniti, a Terranova e in Groenlandia; in Europa, dalla Norvegia settentrionale al bacino del Mediterraneo. Nel continente africano abita le coste mediterranee e atlantiche fino in Mauritania ed è molto diffuso nell’Africa australe. In Asia, è presente fino in India e in Cina; in Giappone, solo l’isola di Honshū ospita una sua sottospecie. Altrove, lo si incontra nell’Africa orientale e nel Sud-est asiatico. Un’altra sottospecie abita in Australia, Tasmania, Nuova Zelanda e nelle isole Chatham. Le popolazioni nordiche (Europa, America settentrionale, Groenlandia, Islanda) sono le meno sedentarie e migrano, per svernare, fino a oltre il 40º parallelo. Nel XX secolo questa distribuzione ha subito grandi cambiamenti, soprattutto nelle terre interne, a causa, da un lato, della persecuzione di cui questi uccelli sono stati vittime da parte dei pescatori e, dall’altro, dalla trasformazione di alcuni habitat. Nell’Europa occidentale, il cormorano comune vive soprattutto sulle coste, mentre, più a est e nei Paesi Bassi, popolazioni nordiche nidificano nelle vicinanze di grandi distese di acque interne. La sola grande colonia di cormorani comuni degna di segnalazione in Germania si trova nella Pomerania occidentale. In Francia, le popolazioni si riproducono sulle isole e le falesie di Normandia, Piccardia e Bretagna, e più recentemente, ma in modo modesto, all’interno: sul lago di Grand-Lieu (Vandea), in Piccardia e nel Cher.

Un tempo le colonie nidificanti in Italia si trovavano in Sardegna e Vallesanta (FE), mentre oggi si annoverano nidificazioni in molte aree del territorio nazionale. Luoghi di passo e di svernamento sono ormai tutte le acque interne, le coste, gli stagni costieri, le valli da pesca, ecc., dal livello del mare fino alla media montagna, con particolare concentrazione nel Delta del Po e nelle lagune venete.

Questi uccelli, che preferiscono i mari riparati, evitano le acque profonde anche prossime alla terraferma e si allontanano raramente dalle rive: si possono vedere sui laghi, i bacini, i delta, gli estuari, i grandi corsi d’acqua, in genere quando la corrente è debole, più di rado se si tratta di torrenti. I cormorani trascorrono molto tempo a terra, appollaiati su scogli, falesie, banchi di sabbia, sbarramenti naturali e artificiali (dighe), relitti di navi, pali o alberi (preferibilmente i più spogli). I posatoi hanno in comune la vicinanza con l’acqua e la lontananza da ogni elemento perturbatore. Poiché sono animali gregari, i cormorani hanno bisogno di luoghi che garantiscano assoluta sicurezza, siano essi scogli, isolotti o campi con boschetti, oppure alte foreste situate a qualche chilometro dal mare. E l’habitat prescelto dalle colonie può anche trovarsi a grande altitudine, visto che questi uccelli possono compiere voli ad alta quota percorrendo lunghe distanze. I ricercatori Ali e Ripley, nel 1968, hanno avvistato degli stormi di cormorani a 3450 metri nel Kashmir e a 2000 metri in Armenia.

I gabbiani volano spesso nelle vicinanze del cormorano comune perché si nutrono in modo indiretto dei frutti della sua pesca. Infatti, se viene disturbato nel corso della digestione, il cormorano rigurgita facilmente il contenuto del suo stomaco prima di fuggire: le parti della preda meno digeribili, come le spine e le squame, sono avvolte in una specie di sacca di muco rosso prodotto dalle pareti dello stomaco. Ed è proprio su questo bocconcino prelibato che i gabbiani si gettano in picchiata. I cormorani comuni vivono anche accanto ad altre specie di cormorani senza che con queste vi sia una vera concorrenza alimentare: infatti le loro prede sono più grosse e non interessano molto i potenziali rivali. Alcune sottospecie del cormorano comune si installano spesso, per nidificare, vicino a colonie di uccelli d’altre specie, per esempio spatole, garzette e soprattutto aironi cinerini: un esempio è dato dalle migliaia di coppie di Phalacrocorax carbo maroccanus stanziate intorno al banco di Arguin, in Mauritania, un’oasi faunistica di primaria importanza, dove numerose specie convivono a stretto contatto.