Uno dei migliori articoli che abbia letto negli ultimi anni sull’intelligenza emotiva.
Qui in download, per chi fosse interessato, la traduzione in italiano del libro “Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici” di Daniel Goleman (fermi tutti i diritti dell’autore).

Come affrontare la vita con l’intelligenza emotiva (senza essere in balia delle proprie emozioni)

Un piccolo test per capire come approcciarsi alle emozioni per comprenderle davvero

  • Sapersi adattare alle situazioni che la vita ci riserva, parliamo di: intelligenza emotiva.
  • I silenzi fanno parte della comunicazione non verbale, ognuno è un messaggio da ascoltare. Non bisogna limitarsi a focalizzarci sulle parole, ma su come vengono pronunciate.
  • Imparare a chiedere scusa a noi stessi, prima che agli altri, è il segreto per vivere liberi.

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Vivere in un mondo che ci bombarda di stimoli significa essere soggetti ad innumerevoli emozioni, e non è sempre facile gestirle, soprattutto in situazioni di stress e, la vita di tutti i giorni, spesso, ci mette davvero a dura prova. Si comincia la mattina, le mail che si accumulano sullo smartphone, il freddo che inizia ad arrivare e la voglia di abbandonare la soffice e rassicurante coperta è pari a zero.
Vorremmo fare colazione a casa, seduti a tavola, con una tazza di caffè, dei biscotti ripieni di marmellata, un po’ come nei film, ma se non ci diamo una mossa, perderemo anche il secondo pullman e poi il treno e quindi corriamo, corriamo come un maratoneta che lotta e sogna la medaglia d’oro, e la nostra vittoria più grande, alla fine di una giornata così, sarà quella di ritornare a casa. Illesi. Illesi da noi stessi, perché controllare le emozioni in un vortice così frastornante, è una sfida.

Siamo sempre più in balia di noi stessi

Ci sono persone che non riescono a gestire la rabbia, sono molto emotive e ogni emozione contrastante diventa un pugno nello stomaco, e allora scattano, perdono le staffe, urlano, e poi si rendono conto di aver fatto del male a se stessi e agli altri. Altri invece restano quasi impassibili, o meglio, serafici. Non si agitano se c’è qualcosa che li turba, non vanno subito in panico se non riescono a focalizzare la situazione che stanno vivendo o se non hanno il controllo degli eventi, perché purtroppo la velocità della luce con cui ci stanno abituando a lavorare, a pensare, e a parlare, ci debilita, e a lungo andare ci sconvolge tutti i ritmi, ma c’è chi resiste, come un messia della pace ritrovata, si fa spazio tra noi, poveri miscredenti che ancora non riusciamo a capire come riprendere in mano la nostra vita, o almeno, la percezione di ciò che sentiamo, senza dover per forza fulminare con lo sguardo chiunque.
Ma come si fa non farsi travolgere dalle proprie emozioni e dagli stati d’animo degli altri? Esiste una cosa che abbiamo tutti, chi più e chi meno: l’intelligenza emotiva. Non bisogna essere spiccatamente intelligenti per sopravvivere nel mondo, questo è un dato di fatto, ma ci si adatta alle situazioni, in modo attivo, restando concentrati sui propri obiettivi. Il termine intelligenza emotiva non è recentissimo, ma trova la sua massima espressione con Daniel Goleman, che nel 1995 la descrisse come:

“La capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare”

 

Che cos’è e cosa non è intelligenza emotiva?

In sostanza l’intelligenza emotiva è la capacità di un individuo di riconoscere, di identificare, di etichettare e, successivamente, di gestire le proprie emozioni e quelle degli altri per raggiungere degli obiettivi. Non è quindi finalizzata solo a se stessi, ma anche a gestire il rapporto con gli altri. Ma ovviamente non è sinonimo di felicità, ottimismo, calma e autocontrollo, essendo questi tratti che possono appartenere o meno alla personalità di ciascuno di noi.
Ma se tutti la possediamo in parte, come possiamo svilupparla al massimo? Rispondendo a queste domande, ci renderemo conto quali sono i nostri punti di forza e i nostri punti deboli. E allora prendiamoci 5 minuti, mettiamoci comodi e cominciamo, senza barare con le risposte.

Conosco me stesso?

Le perone emotivamente intelligenti sono riflessive. Si pongono domande su sé stesse e non danno nulla per scontato, nemmeno quando si tratta di autodefinirsi. Hanno consapevolezza di sé, conoscono i propri stati interiori, i comportamenti da assumere in date circostanze e occasioni. Sanno bene cosa li rende unici, nel bene e nel male, individuano e cercano di limare quegli aspetti che possono essere migliorati, ma soprattutto sono in grado di dare un nome preciso a ogni emozione che provano, perché le emozioni innominate restano incomprese, con la conseguenza di portarci a compiere scelte irrazionali poiché non siamo in grado di capire cosa ci succede.
Più è accurata la definizione di ciò che sentiamo, senza limitarci a dire che stiamo semplicemente “male”,  più ci renderemo conto di cosa ci provoca quel malessere, sapendo poi cosa fare per affrontarlo. Non farsi travolgere dal problema, ma riconoscerlo e attraversarlo.

Ascolto i miei pensieri?

Pensiamo continuamente. Quando lavoriamo, quando ascoltiamo la nostra playlist preferita, pensiamo anche quando siamo in palestra o dal parrucchiere o al bar con gli amici. A volte sono pensieri banali, a volte semplici, a volte ci fanno sorridere, a volte ci abbattono totalmente, e sono quelli i più duri, quelli che mettono a dura prova le nostre giornate, e alla fine, ci troviamo a rimuginare tutto il tempo.
Più rimuginiamo sui pensieri negativi più diamo loro potere. Gran parte dei nostri pensieri negativi però sono solo pensieri e non fatti. A volte il nostro cervello percepisce delle minacce e ci infonde paura, sconforto, immobilità. A volte tendiamo ad ingigantire tutto, a creare scenari alternativi della realtà dei fatti, ma tranquilli, sono solo pensieri ed è umano avere paura. Le persone con una forte intelligenza emotiva provano a distinguere i pensieri dai fatti, allontanando la negatività e concentrandosi sulle prospettive positive.

Ragiono prima di parlare?

“Prima di rispondere, conta fino a 10”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Tante. A volte sulla base di un’emozione fugace rischiamo di prendere decisioni che ci segneranno per tutta la vita, che sia un piatto rotto per un attacco d’ira o qualcosa di irreparabile. Riflettere prima di parlare, prima di agire, prima di promettere. Le persone emotivamente intelligenti lo fanno, si prendono una pausa, fanno una passeggiata per schiarirsi le idee.

Imparo dalle critiche?

A nessuno piace essere criticati, ma chi ha un’intelligenza emotiva elevata sa che le critiche possono essere anche costruttive e saprà accoglierle come uno sprono per migliorarsi. Ascoltarle e analizzarle non è mai un segno di debolezza, anzi, possiamo sempre imparare qualcosa di nuovo su noi stessi. In questo modo possiamo apprendere anche un’altra grande qualità, l’autoironia, lasciando che gli altri scherzino su di noi, imparando a riconoscere la differenza fra umorismo e mortificazione. Ovviamente non significa che ogni critica sarà infondata, a volte dietro un monito può nascondersi solo della cattiveria gratuita, ma anche questo può insegnarci, di conseguenza, qualcosa sugli altri e allontanare chi prova ad abbatterci senza motivo.

Sono riconoscente?

Un semplice sorriso, un grazie, un complimento al momento giusto. Essere riconoscenti, mostrare rispetto per gli altri, ascoltare e ammettere che ci siano punti di vista differenti dai propri. Riconoscere che ogni persona ha il suo modo di essere, di pensare, di comportarsi, il suo passato, le sue idee e rispettare tutto ciò, anche se non si capisce o condivide ogni cosa.
Le persone emotivamente intelligenti riconoscono le differenze tra le persone e provano a mettersi nei panni degli altri. Mostrano empatia, perché empatia è apertura mentale. Ascoltare qualcuno, comunicare, condividere. Tutto questo consolida le relazioni e la fiducia tra le persone.

Ho la reale percezione di me stesso?

Chi è emotivamente intelligente conosce bene i suoi pregi e i suoi difetti. Si rende conto di cosa possa metterlo in difficoltà e cosa possa metterlo a proprio agio, cercando di reagire alle proprie debolezze senza farsi ostacolare.

Ascolto davvero chi mi parla?

Cosa vuol dire ascoltare qualcuno? La comunicazione non è soltanto verbale. I silenzi ci parlano, come gli occhi, le mani. Ogni cosa è un messaggio da ascoltare. Le parole sono fondamentali, ma anche i gesti che le accompagnano le danno significato. Non dobbiamo limitarci a focalizzarci sulle parole, ma su come vengono pronunciate. Chi è emotivamente intelligente legge le persone, ascolta e coglie ogni respiro del corpo.

Sono autentico?

Ascoltare, ma anche parlare. Quando parliamo di noi cerchiamo di capire cosa potrebbe interessare o meno a chi abbiamo di fronte, restando noi stessi, sempre. Scegliere attentamente cosa dire e come dirlo, essere ponderati nel raccontarsi. Chi ha un’intelligenza emotiva sceglie bene le parole, non è calcolatore, ma sa cogliere l’interesse di chi lo ascolta.

Sono empatico?

L’empatia è cercare di sentire quello che gli altri sentono, cercare di muoversi tra i pensieri di chi abbiamo vicino senza giudicare, senza paragonarli ai nostri, cercare solo di capire cosa succede nella testa dell’altro. La bellezza delle persone empatiche è quella di non voler affrettare giudizi, non volersi porre in cattedra per bacchettare tutti e dire cosa devono o non devono fare. Gli empatici vogliono guardare il mondo di chi hanno di fronte con i suoi occhi, senza filtri, senza congetture. Essere empatici non significa assecondare, perché per capire il prossimo bisogna accettarlo, non prenderlo in giro.

Mi complimento con gli altri?

Le persone emotivamente intelligente sono comprensive, riconoscono se qualcuno ha svolto un buon lavoro e si complimentano con gli altri, perché un complimento sincero accresce la fiducia di chi, ogni giorno, cerca di dare il meglio di sé. Se hanno delle critiche da fare non le pongono come tali, ma provano ad aiutare chi è in difficoltà con piccoli accorgimenti, non enfatizzando i problemi, ma provando insieme a trovare una soluzione. Non danneggiano, ma incitano.

So chiedere scusa?

Chiedere scusa e ammettere i propri errori è una delle cose più difficili ma anche una delle più coraggiose da fare. Non solo bisogno ammettere di aver sbagliato, ma bisogna fare diètro frónt e scusarsi con un’altra persona. “Scusa, mi dispiace” non è debolezza, ma è un grande gesto di umanità. Nessuno è infallibile, siamo esseri umani. La perfezione non esiste e se pretendiamo di dover essere sempre impeccabili e non ammettere mai un possibile margine di errore, ci sentiremo sempre addosso un senso di fallimento che, piano piano, ci farà credere di non essere all’altezza di nulla, perché troppo pesi dal un senso di colpa di non essere “abbastanza”. È necessario imparare a chiedere scusa a noi stessi e agli altri per vivere liberi e chi ha un’intelligenza emotiva lo sa bene.

Sono in grado di perdonare e dimenticare?

Covare risentimento è dannoso. È come lasciare marciare un coltello avvelenato dentro una ferita. Non solo non guarirà facilmente, ma il dolore aumenterà, sempre più forte, fino a creare un danno enorme, impedendo a noi stessi di compiere un passo fondamentale: dimenticare e, di conseguenza, guarire. Andare avanti. Quando impariamo a dimenticare, a lasciar correre, non permettiamo più a nessuno di tenerci in ostaggio, nemmeno alle nostre emozioni.

Sono in grado di mantenere la parola data?

Quanto è difficile oggi mantenere la parola data? Facciamo buoni propositi, si prendono impegni e si accettano incarichi con leggerezza convinti di essere in grado di rispettare scadenze e avere tempo, tanto tempo. Quante promesse non mantenute accumuliamo giorno dopo giorno? Dopo quanto tempo siamo riusciti a fare quella cosa prefissata mesi, anni prima? Ecco cosa imparare da chi ha una spiccata intelligenza emotiva: impegnarsi a mantenere la parola data. Non procrastinare o accettare impegni che sappiamo già che non riusciremo a mantenere. Rispettare i propri tempi, i propri desideri. Questo ci renderà anche più affidabili agli occhi degli altri.

So gestire le emozioni negative?

Le emozioni negative ci rendono irrazionali e non ci permettono di affrontare con la giusta calma e lucidità gli eventi, ma questo non vuole dire che sono dannose, ma siamo noi a renderle nocive. Le nostre paure ci paralizzano, andiamo in panico e invece di accoglierle e di comprenderle, ci limitiamo ad allontanarle, a scappare. La fuga non è mai la risposta, è solo una scorciatoia che ci illude di andare avanti. Trasformare le emozioni negative in qualcosa di buono è possibile, dobbiamo solo imparare a riconoscere cosa ci frena e disinnescare.

Mi prendo cura di me stesso?

“Amati, sarai l’unica persona con cui starai tutta la vita”. Prendersi il proprio tempo per meditare su ciò che si ha di bello nella vita, porsi obiettivi a breve e a lungo termine, lavorare su se stessi, imparare cose nuove, scoprendo i propri limiti e accettarli. Disconnettersi dalla frenesia quotidiana e concedersi spazio e tempo. Respirare. Prendersi cura di se stesso vuol dire riconnettersi con il proprio io, perché se non ci si ama non si potrà mai amare nessun altro. Riconoscersi per conoscere il mondo.

Mi concentro su ciò che posso controllare?

Siamo davvero consapevoli che la maggior parte delle cose sfugge al nostro controllo? Non possiamo supervisionare tutto, ma possiamo focalizzarci sulle cose che dipendono strettamente da noi. Restando concentrati su queste, stabiliamo delle priorità nella nostra vita, mantenendo la calma, migliorando il nostro processo decisionale e cambiando il nostro atteggiamento verso le difficoltà impreviste.

E allora, affronti la vita in modo emotivamente intelligente?

Se a tutte le domande avete risposto positivamente, allora siete delle persone con un’intelligenza emotiva molto forte e siete in grado di gestire le vostre emozioni senza lasciarvi turbare più del dovuto. Questo piccolo test può essere molto utile per migliorare i propri punti di debolezza e capire bene quali sono i propri punti di forza, perché le emozioni fanno parte della vita ed è importante darci la possibilità di capire dove e cosa possiamo affinare di noi stessi per non farci sopraffare dalle emozioni ma farci guidare da esse.

FONTE – Mariagrazia Repola