Dato che il Destino ha voluto arrivassero all’Eremo ElGram ben 17 canarini… è il caso inizi a studiare. Ormai allevo uccelli dal 2014 e un’infarinatura della materia l’ho… ma non ho mai avuto canarini e quindi dovrò approfondire l’argomento in modo da farli vivere al meglio possibile.

 

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Serinus canaria

Il canarino (Serinus canaria (Linnaeus, 1758)) è un uccello passeriforme della famiglia dei Fringillidi.

Allevata da tempo per il bel canto, il colore vivace e l’indole allegra, la specie è stata addomesticata da oltre cinquecento anni, e la sua forma domestica, il canarino domestico, è ancora un animale da compagnia molto diffuso ed apprezzato. Il canarino rappresenta la mascotte animale delle Isole Canarie.

Etimologia

Il nome scientifico della specie, Canaria, deriva dalle isole Canarie, dove il canarino è endemico: il nome comune della specie altro non è che la traduzione di quello scientifico.

Descrizione

Maschio a Gran Canaria.
Femmina al suolo.

Dimensioni

Il canarino selvatico misura circa 12-13,5 cm di lunghezza, per un’apertura alare di 20 cm circa ed un peso di 15-20 grammi.

Aspetto

Si tratta di uccelletti dall’aspetto massiccio ma slanciato, muniti di testa rotonda con collo corto, corto becco conico, ali appuntite e coda dalla punta lievemente forcuta. Nel complesso, questi animali somigliano molto ai congeneri e affini verzellini, rispetto ai quali sono tuttavia di taglia maggiore, oltre a presentare ali in proporzione più corte rispetto al corpo e una maggiore presenza di toni di colore grigio-bruno nel piumaggio.

Il piumaggio presenta dimorfismo sessuale evidente. Nei maschi, infatti, la livrea si presenta dominata dai toni del giallo-verde, più brillante su testa (tranne nuca, vertice e guance, che sono grigi), petto e parte superiore del ventre, mentre nuca, dorso e ali tendono al bruno, più scuro e quasi nerastro proprio sulle ali e sulla coda, con presenza di penne dalle punte brune anche sui fianchi a dare un effetto variegato: il sottocoda è invece bianco. La livrea della femmina è simile a quella del maschio, ma il lipocromo giallo è quasi assente, risultando in toni giallo-verdi molto più sbiaditi in special modo sulla testa, che è di colore grigio scuro. In ambedue i sessi le zampe sono di color carnicino, gli occhi sono di color bruno scuro ed il becco è carnicino anch’esso, ma con tendenza a scurirsi e divenire nerastro nella sua parte superiore.

Biologia

Il canarino è un uccello molto vivace e socievole, che all’infuori della stagione degli amori può essere osservato in gruppetti o in stormi, i quali passano la maggior parte della giornata al suolo, fra l’erba alta o fra i cespugli alla ricerca di cibo, coi vari membri che si tengono in costante contatto fra loro mediante richiami cinguettanti, che diventano più aspri in caso di pericolo.

Il suo canto è un cinguettare argenteo e liquido, che può ricordare quello del venturone.

Distribuzione e habitat

Come intuibile sia dal nome comune che dal nome scientifico, il canarino abita le isole Canarie, dove lo si può osservare comunemente a Tenerife, La Palma, El Hierro e La Gomera, mentre è comune solo localmente a Gran Canaria e piuttosto raro a Lanzarote e Fuerteventura, dove ha cominciato a risiedere stabilmente solo negli ultimi anni, con l’insediamento di colonie riproduttive.
Oltre che le Canarie (dove è presente con circa 80.000-90.000 coppie), tuttavia, il canarino abita anche Madeira (comprese le vicine Porto Santo e isole Desertas, oltre che con esemplari isolati anche le Isole Selvagge, per un totale di circa 5.000 coppie) e alle Azzorre, dove popola tutte le isole per un totale di 30.000-60.000 coppie: in tal senso, si può affermare che la specie sia endemica della Macaronesia.

Oltre che nel suo areale originario, il canarino è stato introdotto con successo in numerosi altri luoghi, dove generalmente si è ambientato con successo: è il caso dell’atollo di Midway, dove è presente fin dal 1911 (mentre i tentativi d’introduzione sul vicino atollo di Kure non hanno dato buon esito) e di Porto Rico, mentre la popolazione di canarini introdotta alle Bermuda nel 1930, sebbene stabilitasi ottimamente ed in crescita, ha sofferto della quasi scomparsa del ginepro locale, scomparendo negli anni ’60.

L’habitat originario dei canarini è rappresentato dalla laurisilva con presenza di radure erbose e cespugliose: questi uccelli, tuttavia, si adattano ad una grande varietà di ambienti, dalle dune sabbiose con presenza di cespugli alle pinete, dimostrandosi molto tolleranti alla presenza umana ed anzi eleggendo molto volentieri a propria dimora le piantagioni di alberi da frutto, i giardini ed i parchi delle aree suburbane. Sebbene abitatori delle aree sul livello del mare, questi uccelli possono essere osservati fino a 760 m di quota a Madeira, fino a 1100 m di quota alle Azzorre e ad oltre 1100 m alle Canarie.

In cattività

Canarino rosso, ottenuto dall’ibridazione col cardinalino del Venezuela.
Canarino domestico giallo.

Il canarino selvatico è stato addomesticato dall’uomo almeno dal XVII secolo. Viene allevato come animale da compagnia – generalmente all’interno di gabbie o voliere – da solo, a coppie o piccoli gruppi grazie al comportamento socievole.

A differenza dell’animale selvatico, il canarino domestico è stato selezionato, nel tempo, in centinaia di varietà e di razze diverse, che presentano i colori più svariati con l’esclusione del nero puro e del blu. Sulla base del colore, della qualità del canto e del tipo di piumaggio, i canarini d’allevamento vengono suddivisi in tre gruppi principali: canarini da canto, canarini di colore e canarini di forma e posizione.

L’ibrido tra un cardellino e un canarino si chiama incardellato. Attraverso l’ibridazione con il cardinalino del Venezuela e la conseguente nascita di ibridi, detti F1, è stato possibile trasferire al canarino il colore rosso tipico del cardinalino. Infatti molti di tali ibridi, maschi, sono discretamente fecondi. Altre ibridazioni possono avvenire con quasi tutti i rappresentanti della famiglia alla quale appartiene il canarino. I più comuni, oltre al cardellino, sono gli ibridi di verdone, sterili in alta percentuale, e di verzellino, fertili se maschi.

FONTE


Canarino domestico

Il canarino domestico o pitterino è un popolare uccello da gabbia, forma addomesticata del canarino atlantico.

Biologia

I canarini sono uccelli molto rustici e frugali: spesso allevati singolarmente in piccole gabbie, l’ideale per loro è un gabbione di 120 cm o una voliera, dove ospitare più esemplari, vista anche la loro socialità all’infuori del periodo degli amori, quando le coppie tendono ad appartarsi e a risultare leggermente territoriali nei confronti di eventuali intrusi che si avvicinassero troppo al nido.

Alimentazione

I canarini domestici si nutrono essenzialmente di piccoli semi, dei quali rompono l’involucro (che viene scartato mediante movimenti della mandibola e si deposita sul fondo delle mangiatoie sotto forma di pula) mediante il tozzo becco conico: la loro dieta viene inoltre integrata con altro materiale di origine vegetale come bacche, frutta, ortaggi e verdure, mentre alle coppie in riproduzione viene somministrato pastoncino all’uovo o larve d’insetti per far fronte alle accresciute esigenze nutritive legate alla cova e all’allevamento della prole. I canarini a fattore rosso, inoltre, vengono nutriti dagli allevatori in prossimità della muta con appositi pastoni a base di carotenoidi, per renderne il colore più intenso.
Oltre al cibo, ai canarini viene spesso somministrato il grit, macinato di conchiglie di mollusco o gusci d’uovo, per integrare il calcio e fungere da trituratore nel ventriglio.

Riproduzione

Sebbene i canarini tendano a riprodursi coi primi caldi durante la primavera, e continuino fino alla fine di agosto, mantenendo costanti la temperatura e le ore di luce è possibile ottenerne la riproduzione grossomodo durante tutta la durata dell’anno.

Si tratta di uccelli monogami, ma alcune volte anche poligami, i cui maschi cantano a squarciagola per attrarre le femmine ed in seguito per avvertire gli intrusi di stare alla larga: le femmine costruiscono il nido (una coppa di fibre vegetali intrecciate, ubicata alla biforcazione di un ramo o nelle apposite cassettine reperibili in commercio con grande facilità) e covano le 2-7 uova azzurrine per circa due settimane, mentre i maschi le nutrono e stazionano di guardia nei pressi del nido. Le cure parentali verso i nidiacei vengono condivise da ambo i partner, che si alternano nello stazionare presso il nido per tenere caldi i piccoli e nella ricerca di cibo: in tal modo, i piccoli s’involano a circa due settimane e si rendono indipendenti non prima del mese di vita.

Allevamento e diffusione

L’inizio dell’allevamento

Le prime notizie dei canarini in cattività risalgono al 1100, quando alcuni esemplari furono portati in Europa da marinai inglesi. L’allevamento sistematico dei canarini fu avviato dai monaci, che tenevano per sé le femmine e vendevano i maschi (gli unici a cantare), tenendo però per sé i migliori come razzatori.

Non essendo quindi riproducibili (mancando le femmine), il commercio dei canarini era riservato ai monaci ed in genere questi uccelli avevano un prezzo assai alto, rendendoli accessibili solo ai ceti alti della popolazione: in una data imprecisata, tuttavia, in Italia sbarcarono delle femmine di canarino e si diede il via all’allevamento di questi uccelli su larga scala, così che il prezzo scese considerevolmente ed il canarino domestico divenne assai popolare in Europa.

Varietà

Le razze riconosciute attualmente sono circa 30, in base alla selezione si parla di “canarini di colore“, “canarini da canto” e “canarini di forma e posizione“. Le razze riconosciute dalla Federazione ornicoltori italiani (FOI) sono di seguito elencate per tipologia:

Canarino a fattore bianco recessivo.

Tra le razze riconosciute o in via di riconoscimento ve ne sono parecchie create da allevatori Italiani. Tali razze comprendono il Gibber Italicus, il Padovano, il Milanbianco (estinto), il Milanbianco gibbuto (estinto), il Canarino Comune Italico (estinto), l’Arricciato Gigante Italiano, il Fiorino, il Rogetto, la Razza Capitolina, il Salentino, il Fiume o Usignolato Italiano (estinto) ed altre.

Il canarino domestico è molto spesso utilizzato per ibridazioni con specie affini, come il cardellino, il verdone, il lucherino, oppure esotiche come il cardinalino del Venezuela (i risultati dell’ibridazione col quale, detti F1, sono alla base della fissazione del colore rosso nel piumaggio), il carpodaco messicano etc. Gli ibridi F1 di cardellino X canarino, noti agli appassionati come “incardellati”, possono raggiungere quotazioni di tutto rispetto quando, oltre a colori brillanti ed appariscenti, esibiscono doti canore particolari, soprattutto quando sanno cantare strofe da cardellino, ma con la potenza di voce di un canarino.

Il canarino nella cultura di massa

Il canarino è un personaggio molto presente nei cartoni animati: uno dei più celebri è sicuramente il personaggio Titti della Warner Bros.

Molte squadre di calcio vengono soprannominate “i canarini”, generalmente per la divisa gialla: è il caso del Modena, del Frosinone, del Norwich (in inglese the Canaries, anche se in questo caso funziona il ragionamento inverso, in quanto la città in passato era famosa come centro di riproduzione ed esportazione di questi uccelli e il club assunse i colori sociali in omaggio a ciò), del Koper (in sloveno kanarčki), del Novi Sad e del Fenerbahçe (Sarı Kanaryalar, “i canarini gialli” in turco).

Canarini da miniera

Oltre che per il canto e la compagnia, almeno fino al 1986 i canarini erano regolarmente usati nelle miniere di carbone, come primitivo sistema di allarme. La presenza di gas tossici, come il monossido di carbonio, infatti, avrebbe ucciso i canarini prima ancora di avere effetto sui minatori. Poiché i canarini tendono a passare cantando la maggior parte del proprio tempo, fornivano a questo scopo un segnale visibile e udibile.

Canarini da ricerca

Poiché a qualsiasi età un canarino è in grado di memorizzare e ripetere melodie, o di arrangiare melodie conosciute e crearne di nuove, la ricerca ha spesso utilizzato questi uccelletti per lo studio della neurogenesi (nascita di nuovi neuroni nel cervello dell’adulto). Il canarino è anche utilizzato come organismo modello per lo studio dei processi di apprendimento del cervello dei vertebrati.

FONTE


Il canarino

Noi tutti conosciamo il canarino, l’abbiamo visto nei negozi, in numerose abitazioni quale primo animale da compagnia, scelto per le sue scarsissime esigenze, per la sobrietà del suo mantenimento, per la melodiosa compagnia del suo canto.

Poche forse sanno, però, le sue curiose origini italiane…Il canarino deriva dall’addomesticamento di quello selvatico,originario delle isole Canarie ad opera degli scopritori spagnoli nel 1500. Però durante il XVI secolo una caravella spagnola che navigava il Mediterraneo sulle rotte commerciali naufragò nei pressi dell’ isola d’ Elba ed il carico di canarini, rottesi le ceste di vimini in cui erano contenuti, presero il volo popolando il territorio. Da allora gli italiani iniziarono a catturarli e quindi ad allevarli.

Oggi questi uccellini vengono selezionati per categorie: canarini di colore, ad esempio a fattore rosso insanguando la razza col cardinalino del Venezuela, da canto, quali il malinois, l’harzer, il timbrado; per la livrea arricciata come il parigino,il padovano; oppure i canarini cosiddetti inglesi come il Lizard, il London, il Norwich, il Border e tanti altri. Il colore ancestrale del maschio è giallo oro, col ventre bianco e sfumature grigio verdi sul dorso.

Si alimentano con miscele di semi: scagliola, niger, panico, canapa e ravizzone: reperibili facilmente nei negozi per animali. Una leccornia sono i biscottini all’uovo, pezzetti di mela e foglie di lattughino. Il canarino depone 4-5 uova in primavera, in un nido a cestino in vimini sottile/paglia dove la femmina cova per 13 giorni, solo per brevi momenti aiutata e sostituita dal maschio che, nati i piccoli, parteciperà al loro svezzamento.

Sono uccellini longevi che raggiungono i 15-18 anni d’età. Nella gabbia disporremo classiche mangiatoie esterne, beverino e,perché no, una vaschetta esterna per il gradito bagnetto. Ancora una curiosità…di importanza clinica: il canarino patisce i vapori che possono sprigionarsi dal teflon che riveste, quale pellicola anti-aderente, le pentole di cucina. E’ bene quindi non tenere la gabbia in questo ambiente perché il canarino potrebbe manifestare sintomi respiratori asmatici, a seguito dell’irritazione dei polmoni e dei sacchi respiratori ad opera del teflon.

DR. MARCO GENTILE MEDICO VETERINARIO ALBO 1622 Torino A

FONTE