0060

Questa pianta, ormai un’invasiva dei nostri boschi, è una meraviglia: con i suoi fiori attira tante farfalle rendendo unico il giardino. Ne ho acquistate due piante: una lilla e una viola.

NOTA GENNAIO 2024: Metto un solo cartellino per entrambe le essenze.


👁‍🗨 CHECK 01-2024: 🟢


 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Bron ElGram (@bron_elgram)

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Bron ElGram (@bron_elgram)


Buddleja

Buddleja L., 1753 è un genere di arbusti e alberi sempreverdi o caducifoglie appartenenti alla famiglia delle Buddlejaceae (Scrophulariaceae secondo la classificazione APG II) notevoli per le infiorescenze i cui fiori si raccolgono in lunghe pannocchie.

Sistematica

Il genere Buddleja è costituito da circa un centinaio di specie sia sempreverdi che spoglianti (alcune sono alberi anche di 30 metri) originarie in prevalenza dell’Asia orientale, ma anche del sud Africa e dell’America.

La sistemazione del genere nell’ambito della famiglia, ma anche dell’ordine, non è pienamente concorde nei vari autori di classificazioni tassonomiche botaniche. Questo probabilmente per le caratteristiche filogenetiche peculiari del genere che ne rendono difficile (e opinabile) la sua classificazione.

Nell’ambito del genere Buddleja le varie specie si usano dividere in sezioni e sottosezioni secondo la dimensione della corolla, il tipo d’infiorescenza e il colore dei fiori.

  • specie con fiori a corolla grande – lunghezza del tubo 3 o più cm: (Buddleja colvilei);
  • specie con fiori a corolla piccola:
    • infiorescenza a pannocchia:
      • colore del fiore violetto o lilla (Buddleja japonica – Buddleja lindleyana);
      • colore del fiore bianco (Buddleja asiatica);
      • colore del fiore giallo (Buddleja madagascariensis);
    • infiorescenza in capolini globulari (Buddleja globosa);

I giardinieri a queste distinzioni trovano comodo aggiungerne altre: “specie rustiche” o “specie non rustiche”, oppure da “serra fredda” o “serra temperata”, oppure ancora a “foglie caduche” o “foglie persistenti”.

Un’altra particolarità è data dalle piante dell’America che sono dioiche (piante che presentano fiori di un solo sesso); mentre quelle Asiatiche sono monoiche (piante che portano fiori di entrambi i sessi).

Etimologia

Il nome del genere Buddleja deriva dal pastore inglese Adam Buddle (1662 – 1715), medico e botanico per passione nonché rettore nell’Essex. Il primo ad usare tale nome fu il dottor William Houston (1695 – 1733), medico e botanico scozzese, ma si è consolidato dopo che il naturalista svedese Linneo (1707 – 1778) lo usò (anche se storpiato) nei suoi cataloghi.

Morfologia del genere

La forma tipica di questo genere è quella di un arbusto o di un piccolo albero.

Distribuzione e habitat

L’area nella quale vivono le specie del genere Buddleja allo stato spontaneo è molto ampia: dall’Estremo Oriente all’America del Sud. In quest’ultima regione è diffusa la Buddleja globosa (originaria del Cile) una delle prime ad essere importata nei giardini europei. Dall’Asia invece provengono diverse specie native dell’Himalaya e del Giappone (oltre che dalla Cina). Si sono trovate specie anche nel Madagascar.

In Europa tutte le specie del genere Buddleja sono alloctone, ma si sono naturalizzate con grande facilità e sono considerate altamente invasive e da tenere sotto controllo dall’Unione internazionale per la conservazione della natura.

Usi

L’utilizzo principale delle specie di questo genere è nel giardinaggio per la formazione di gruppi arbustivi sui prati, contro i muri, o nei boschetti. L’introduzione delle prime specie, nel giardinaggio europeo, risale alla fine del Settecento. In genere nei giardini le “buddleje” sono disposte in modo sparso in quanto la forma (più arborea che arbustiva) si presta meglio ad una disposizione isolata.

Sono piante poco esigenti, gradiscono posizioni calde e soleggiate, al riparo dai venti gelidi in terreno sciolto e permeabile e richiedono un’energica potatura primaverile prima della ripresa vegetativa per mantenere una forma compatta alla chioma e per ottenere un’abbondante fioritura.
Si moltiplicano per talea erbacea durante l’estate, o con la semina.
L’unica attenzione è che non possono sopravvivere agli inverni duri dei climi continentali nordici, in quanto non resistono a temperature sotto i −15 °C, −20 °C.

FONTE