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Fiore particolare. Ricordo che su a Lusernetta, nella cascina di nonna ne avevamo tante. Qui all’Eremo erano coltivate dai precedenti proprietari nei vasi che abbellivano l’ingresso della casa e che ora ho rimosso, spostando le piantine in altri vasi sempre in cortile.

NOTA GENNAIO 2024: La scorsa estate Ary ne ha trapiantate alcune nell’aiuola sotto la scala per andare nella legnaia, vicino alla rosa di Duncan. Pare abbiano attecchito in terrapieno. Monitoro ancora prima di spostare il cartellino dal vaso.


👁‍🗨 CHECK 01-2024: 🟢


 

 

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Antirrhinum majus

La bocca di leone comune (nome scientifico Antirrhinum majus ) è una pianta dai vistosi fiori colorati appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.

Etimologia

Il nome generico (Antirrhinum) deriva da alcune parole greche il cui significato è “simile a un muso (o un naso)”, infatti “anti” = simile e “rhin” = naso e fa riferimento alla particolare forma della corolla definita anche “personata”. La prima documentazione di questo nome si ha da Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) un botanico francese; e prima ancora da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici. Anche Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell’imperatore Nerone, cita questa pianta affermando che il seme dell’Antirrino mescolato con olio di giglio rende più bella la faccia e la pelle. L’epiteto specifico (majus) deriva dal latino e significa “più grande”.

Il nome comune (Bocca di leone) deriva dalla particolare struttura delle labbra del fiore: quello mediano inferiore aderisce al superiore a chiusura della “gola”. Se “strozzato” con le dita (comprimere lateralmente la corolla) le labbra sembrano aprirsi scoprendo la bocca (le fauci) della corolla.

Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione “Species Plantarum – 2: 617” del 1753.

L’aspetto della pianta è suffruticoso ed è per la maggior parte pelosa. Nella parte aerea è anche glandulosa. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch frut): sono piante dai fusti legnosi e di dimensioni non troppo grandi che d’inverno si seccano completamente, ma alcune gemme rimangono nella parte aerea della pianta. Arrivano ad una altezza massima di 5 – 10 dm.

Fiore

  • I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e tetrameri (i verticilli del perianzio hanno 4 elementi). Dimensione del fiore: da 4 a 6 cm.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.
  • Il calice, tuboloso-campanulato, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è profondamente pentalobato con lobi da subuguali a ineguali (quelli adassiali sono più corti). I lobi hanno delle forme simili a lacinie ovali più piccole della corolla (lunghezza 8 mm).
  • La corolla, gamopetala e tubolare del tipo bilabiato con 4 – 5 lobi patenti, è rigonfia nella parte basale. Il labbro superiore è verticale e bilobato; quello inferiore è trilobato con il lobo mediano aderente al labbro superiore. Una salienza prominente sul labbro inferiore (una protuberanza sacciforme) chiude all’altezza delle fauci la gola della corolla (corolla “personata”). La corolla può avere vari colori: nelle specie spontanee sono porporini o bianchi; ma se coltivati si possono avere vari colori: giallo, violetto, rosa, ecc. Il colore si schiarisce al centro del tubo. Lunghezza della corolla: 35–45 mm.
  • L’androceo è formato da 4 stami didinami tutti fertili. I filamenti sono adnati alla base della corolla e sono inclusi o poco sporgenti. Le antere sono formate da due teche distinte e molto divaricate; la deiscenza è longitudinale attraverso due fessure. I granuli pollinici sono tricolpoporati.
  • Il gineceo è bicarpellare (sincarpico – formato dall’unione di due carpelli connati). L’ovario è supero con placentazione assile e forme da ovoidi o globose a suborbicolari. Gli ovuli per loculo sono numerosi, hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell’ovulo, ridotta a poche cellule). Lo stilo ha uno stigma da capitato a fortemente bilobo. Il disco nettarifero è distinto e presente.
  • Fioritura: da maggio a settembre (da febbraio a novembre a latitudini più calde).

Frutti

Il frutto è una capsula (ellissoide – ovoidale nella forma) ad inserzione laterale di 10–14 mm di diametro massimo. All’interno i semi sono numerosi, con forme ovali e con la testa alveolato-reticolata oppure crestata. Al momento della maturazione i semi fuoriescono da tre fori che si aprono nella parte superiore del frutto (capsula porocida).

Riproduzione

  • Impollinazione: l’impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) quali imenotteri, lepidotteri o ditteri o il vento (impollinazione anemogama) oppure, nei tropici, tramite colibrì (impollinazione ornitogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l’impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento – dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

Distribuzione della pianta

  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Ovest – Mediterraneo.
  • Distribuzione: il luogo d’origine di questa pianta è l’Europa meridionale e il Nord Africa. In particolare è nativa del Marocco, Portogallo, Francia, Turchia (parte est) e Siria. In Italia è soprattutto coltivata come pianta ornamentale; allo stato spontaneo si trova ovunque ma è rara. Nelle Alpi italiane è presente con discontinuità. Fuori dall’Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (tutti i dipartimenti alpini) e in Austria (Länder della Carinzia. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei e Carpazi. Nel resto dell’Europa e dell’areale del Mediterraneo la “bocca di leone comune” si trova soprattutto nella parte meridionale del continente, in Anatolia, nell’Asia mediterranea e nel Magreb.
  • Habitat: l’habitat tipico sono i luoghi sassosi e aridi (pietraie e macerie), ma anche i vecchi muri soleggiati e i margini dei sentieri. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 800 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).

Usi

Avvertenza
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico

Farmacia

Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose:

  • Componenti: mucillagini e glucosidi.
  • Proprietà:
  • antiflogistica (guarisce dagli stati infiammatori);
  • antinfiammatoria (attenua uno stato infiammatorio).

Viene usata in tutte le infiammazioni (ulcere del cavo orale). Esternamente è efficace sugli eritemi. Può lenire le scottature. In medicina si usano le foglie (da raccogliere in Primavera prima della fioritura) e i fiori appena schiusi (ma non si deve raccogliere il calice). Questi prodotti vanno essiccati e quindi si usano come infusi.

Giardinaggio

Per il suo bell’aspetto derivante dall’elegante forma e polimorfismo dei suoi fiori, la Bocca di leone è frequentemente coltivata nei giardini. Esistono delle varietà bicolore o a colori screziati. Spesso però riesce a propagarsi “in proprio” al di fuori delle coltivazioni umane, e quindi si naturalizza nelle zone temperate delle varie parti del mondo. In Italia la variante rustica sopravvive bene in quanto resiste a temperature anche di alcuni gradi sotto lo zero. A causa dell’intenso utilizzo come pianta decorativa si sono create moltissime varietà. Queste ultime possono dividersi in due categorie: la varietà (cultivar) “nanum” con una quarantina di sfumature diverse di colori e la varietà (cultivar) “pumila” con una ventina di sottotipi diversi.

Altro

Anticamente questa pianta aveva anche delle proprietà cosmetiche; mentre per l’industria è utile per ricavare coloranti (verde scuro e oro). Gregor Mendel la usò per le ricerche sulle sue teorie biologiche.

Curiosità

I semi delle bocche di leone hanno una particolare forma che ricorda quella di un teschio umano se visti da vicino.

La bocca di leone comune in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DEGroßes Löwenmaul, Garten-Löwenmaul
  • (FRMuflier des jardins, Gueule de loup
  • (ENSnapdragon

FONTE