Forse tutto è iniziato perché mio padre ha, da sempre, allevato uccelli di ogni specie o forse perché, come dice mia zia (nonostante il mio scetticismo) sono aquario… un segno d’aria… comunque da quando ho memoria io ricordo di aver sempre sognato di poter volare come i falchi e le poiane che regnano nelle mie valli!
Ci sono cose che trascendono la volontà individuale e una di queste è il proprio elemento esistenziale: per quanto mi riguarda, anche se sono nato senza ali, questo è l’aria. L’ho compreso chiaramente nel 1990, a 16 anni, quando un giorno, alzando lo sguardo al cielo, vidi un deltaplano rosso veleggiare sui boschi per poi eseguire un perfetto atterraggio d’emergenza in un campo adiacente al nostro orto: era quell’Alex Busca che molti di voi ricorderanno per aver rimisurato nel 2004 l’altezza dell’Everest con un georadar sperimentale e che rimase una notte nostro ospite in attesa di essere “recuperato” dai compagni aostani il giorno seguente!
Quella sera, ascoltando i suoi racconti, capii che uno degli obiettivi principi della mia esistenza sarebbe stato volare.
Ma gli ostacoli, nonostante tutto il mio impegno, non erano ne pochi ne facilmente superabili: costi, distanza delle scuole di volo (mi informai su Novara e Biella) e il ferreo divieto dei miei genitori che, scoprii più avanti, avevano perso un amico deltaplanista in un tragico incidente sul monte Vandalino negli anni ’70.
Alla visita di naja mi offrii volontario per svolgere il servizio militare nella Folgore per prendere il brevetto da paracadutista, pochi mesi dopo i 18 anni provai in gran segreto l’esperienza del “tubotela” (quello che molti di voi chiamano “deltaplano a motore”) e poi sperimentai diversi surrogati del volo come il bungee jumping o forme di discesa rapida alpinistica… ma non era ancora volare…
Poi, andandomene dalla valle, lavorando, studiando, ristrutturando case e chi più ne ha più ne metta, dovetti rimettere il sogno nel cassetto per circa 20 anni. Ma il sogno era lì.
La scorsa estate, facendo un giro in moto, Arianna fu attratta da un bell’elicottero ULM giallo su un campo verde e insistette per andare a vederlo. Conoscemmo così il grande Igi Barbero, iridato ai World Air Games, il mio mitico istruttore Carlo Monterosso e il mondo degli elicotteri e degli aerei da diporto e sportivi!
Dopo un giro di prova mi proposero un cammino lungo, impegnativo ma ricco di emozioni e soddisfazioni uniche: divenire pilota conseguendo il brevetto di volo… fatti due conti, senza pensarci troppo e con una buona dose di sana incoscienza mi sono gettato in questa avventura!
Un anno… oltre 40 sere trascorse alle lezioni di teoria, giornate intere su migliaia di pagine per studiare Aerodinamica, Meteorologia, Tecnologia e prestazioni degli apparecchi, Tecnica di pilotaggio, Operazioni e atterraggi di emergenza, Norme di circolazione ed elementi di fonia aeronautica, Navigazione aerea, Elementi di legislazione aeronautica e Sicurezza del volo. Un’ora di volo su elicottero e 25 ore di volo in 40 lezioni con il mio istruttore su aereo Tecnam P92S… e notti insonni per metabolizzare tutta quella serie di paure, emozioni e sensazioni che devi imparare a gestire per muoverti in un elemento così alieno agli umani.
In diversi momenti mi sono chiesto se facevo bene, se dovevo continuare… perché sia chiaro: è dura, non c’è l’aiutino, non c’è la scorciatoia… o impari tecnica e disciplina o lasci perché sai benissimo che se non è oggi, è domani, ma cadi!
Ma una voce dentro mi ha sempre detto “non mollare, è uno dei più grandi sogni che avevi da bambino e ce la puoi fare!”… è così è stato: dopo un intenso week-end di esami, superati i test scritti e la prova pratica con l’esaminatore ENAC-AeCI da oggi sono Pilota!
E’ solo il primo passo: devo ancora imparare mille e mille cose… ma è un grande passo che mi riempie di soddisfazione!
Un paio di mesi al massimo e potrò fare un giro sulle mie valli… è dal 1990 che aspetto!