… e infatti, due anni dopo:

Unicredit, conti correnti più cari. La liquidità è un costo salato

Finecobank ha fatto da apristrada ma ora anche Unicredit corre ai ripari: dal primo luglio sale il canone di My Genius. Ecco perché

Unicredit, conti correnti più cari. La liquidità è un costo salato

“Gentile cliente, il contesto di mercato in cui il sistema bancario si trova a operare è recentemente mutato, impattando in modo crescente sull’attività bancaria e in particolare sulle attività di deposito, gestione e remunerazione della liquidità di conto corrente”. Attacca così la lettera che Unicredit sta inviando in questi giorni ai correntisti per presentare “la proposta di modifica unilaterale” del contratto My Genius, ovvero il conto riservato alla clientela privata. In pratica un aumento dei costi che arriva a ridosso dell’ingresso nell’istituto di Andrea Orcel, il nuovo Ad accompagnato dalle polemiche per lo stipendio non proprio “cheap” (7 milioni di euro).

 Al di là delle facili e scontate ironie, le motivazioni sono peraltro solide: Il contesto di mercato – si legge- in cui il sistema bancario si trova a operare è recentemente mutato, impattando in modo crescente sull’attività bancaria e in particolare sulle attività di deposito, gestione e remunerazione della liquidità di conto corrente”.  In particolare, il persistere dell’andamento negativo del valore dell’Euribor a 3 mesi al di sotto del tasso che la Bce applica alle banche sulla liquidità detenuta presso Francoforte (il Deposit Facility Rate) “ha fatto venir meno il necessario equilibrio economico fra il costo sostenuto per erogare il servizio e le condizioni economiche applicate al conto corrente”.

Insomma, la liquidità rappresenta ormai un costo per le banche. Un fenomeno che crea allarme anche perché, sotto i cieli della pandemia, è in costante crescita. Proprio oggi Banca d’Italia ha rilevato che a marzo i depositi del settore privato sono aumentati al ritmo dell’11,3% dopo il +12,3% in gennaio, e sfiora ormai il tetto dei 2 mila miliardi liquidi. Molto di più dei finanziamenti alle famiglie (+2,4%) e dei prestiti alle imprese (+7,6%). E così, dopo Fineco, anche Unicredit ha deciso di intervenire sui conti correnti. In maniera simile seppur parzialmente diversa da quella scelta dall’istituto guidato da Alessandro Foti che ha previsto di procedere alla chiusura dei conti correnti privati oltre i 100 mila euro, in assenza di investimenti o di prestiti presso la banca.

Unicredit, invece, ha deciso di applicare su tutti i depositi un aumento del canone mensile. E tra i parametri del calcolo di eventuali bonus sull’ammontare del canone (previsto su buona parte dei conti) non verrà più considerato il saldo dei conti correnti e dei depositi a risparmio. In pratica, a partire dal primo luglio, il costo mensile di My Genius, il conto basic, salirà da 1,78 a 3,03 euro Aumenti più rilevanti riguardano il contratto “transazionale silver” (da 7,72 a 10,05 euro), il “transazionale gold” (da 10,83 a 14,42 euro) ed il “transazionale platinum” (da 19,97 a 23,56 euro).  Anche Unicredit ha previsto una serie di incentivi per i moduli di investimento di modo che chi trasforma almeno 150mila euro di liquidità in fondi o polizze, dovrà pagare alla fine solo il canone base mensile di 4 euro ma sarà esente da altre spese.

Novità UniCredit: dal 2020 applicherà i tassi negativi sui clienti scaricando così i costi delle politiche BCE sui correntisti, ma non su tutti

Novità in arrivo da UniCredit, che dal 2020 inizierà a scaricare i costi dei tassi negativi sui suoi clienti.
La notizia, confermata qualche ora fa da Jean Pierre Mustier, non è giunta come un fulmine a ciel sereno.
La scorsa settimana lo stesso Amministratore delegato della milanese si era espresso a favore di una simile politica, volta a sua detta a rendere più efficaci ed efficienti le strategie monetarie della BCE. Ebbene, facendo seguito a quanto affermato il 4 ottobre, UniCredit ha deciso che dal 2020 inizierà ad applicare tassi negativi sui clienti scaricando così i costi sui grandi correntisti.
In occasione della sua ultima riunione di politica monetaria, la BCE ha tagliato i tassi di interesse sui depositi dal -0,4% al -0,5%. Un colpo al cuore per le banche italiane ed europee costrette a fronteggiare oneri più elevati (nonostante l’introduzione del tiering).
Da qui la proposta di Jean Pierre Mustier, volta a scaricare il peso delle politiche della banca centrale su determinate categorie di correntisti con lo scopo di renderle più efficaci. Una proposta seguita ieri dall’ufficialità.
Come già anticipato la scorsa settimana, UniCredit non applicherà i tassi negativi su tutti i clienti. La fascia colpita sarà quella più “ricca”, ossia quella di correntisti con depositi superiori ai 100.000 euro.
Le novità però non finiranno qui. La quotata di Piazza Affari offrirà anche delle soluzioni alternative ai depositi tra cui “investimenti in fondi di mercato monetario senza commissioni e obiettivi di performance in territorio positivo.”

Le critiche non sono tardate ad arrivare. Stando a quanto riportato da Il Corriere sarebbero stati soprattutto gli analisti di Mediobanca ad esprimere tutto il loro scetticismo sulla proposta di UniCredit:

“Non si vede come il trasferimento di tassi negativi sulla base di clienti possa stimolare gli investimenti, dato che a spingerli sono ragioni industriali piuttosto che una logica finanziaria. Siamo scettici anche sui possibili benefici per la redditività delle banche, poiché l’applicazione di tassi negativi potrebbe scatenare una concorrenza più intensa sui prezzi, specialmente sui prestiti alle imprese e in particolare in un paese come l’Italia in cui la crescita dei prestiti è ferma da anni.”

Non solo UniCredit: i precedenti

Fino ad oggi le banche italiane si sono ben guardate dall’idea di introdurre tassi negativi sui clienti, e questo soprattutto per i timori legati alla concorrenza (più un istituto alzerà i costi più il cliente sarà portato a cambiarlo con un altro più competitivo). UniCredit insomma ha aperto le porte ad una nuova era per il sistema del credito tricolore.
L’istituto italiano non è stato certamente il primo a decidere di scaricare i costi dei tassi negativi sui correntisti: diverse banche europee si sono già portate avanti.
Tra queste come non annoverare la danese Jyske Bank, che ha iniziato ad applicare un tasso negativo del -0,75%, e la tedesca Volksbank, che sui correntisti sopra i 100 mila euro ha scelto di introdurre un tasso del -0,5%.

Non è chiaro quale sarà il tasso negativo applicato da UniCredit sui clienti. I dettagli in merito verranno probabilmente rivelati più avanti.
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