In questa bozza di documento (ancora da rileggere e sintetizzare chissà quante volte!  ) voglio progressivamente elencare i contenuti dello “stile di vita” (“Life Style”) che noi definiamo “Planned Downgrading”, ovvero “Declassamento Pianificato/Ragionato”.
La nostra personale interpretazione del movimento socio-culturale, sempre più presente nel “mondo occidentale”, definito “downshifting”. Ovvero “una scelta di uno stile di vita meno faticoso e più gratificante e di una maggiore disponibilità di tempo libero, attuata riducendo volontariamente il tempo e l’impegno dedicati all’attività professionale, con conseguente rinuncia a una carriera economicamente e socialmente rilevante.” (Vedi anche: SEMPLICITA’ VOLONTARIA)
NOTE INTRODUTTIVE
a) Lo stile di vita definito dai dodici punti che seguono è “per tutti, ma non per tutti”, ovvero contiene indicazioni genericamente utili e salutari per chiunque le legga, ma che concretamente potranno essere attuate solo da chi ha un’età, un equilibrio psico-fisico, un patrimonio e una situazione socio-politica-familiare tali da potersi permettere la fortuna di compiere certe scelte con costanza e concreto profitto.
b) Nel relativismo che domina l’universo, tra gli equilibri instabili tra forze contrapposte che definisco la realtà, non esistono regole assolute, ma teorie scientifiche o intuizioni/sensazioni spirituali capaci di dare risposte verosimili sulla situazione contingente. Cambiati i presupposti, le regole dovranno cambiare o essere interpretate differentemente. Quindi ogni spunto di riflessione sotto indicato non ha carattere assoluto ma potrà essere modificato/integrato/rettificato procedendo nel cammino.

I PUNTI DEL MANIFESTO (per ora in ordine sparso)

1) Produrre il più possibile il proprio cibo autonomamente: dalle materie prime, coltivandole se possibile nel proprio orto/giardino, all’elaborazione dei piatti e delle bevande, riscoprendo manualità e ricette tradizionali contadine della propria terra;
2) Preferire, per questioni etiche e mediche, la cucina vegetariana (non vegana!). Se proprio non si può altrimenti, ridurre il consumo di carne/pesce e attenzionarsi su come/dove sono stati allevati e come sono stati soppressi gli animali di cui ci si ciba. Preferire il latte caprino/ovino e i suoi derivati a quello vaccino. Mangiare il più possibile cibi di stagione.
3) Valorizzare i pasti, mangiando lentamente così da assaporare i piatti, riducendo/eliminando i condimenti e le salse così da riscoprire il sapore genuino degli alimenti e, se possibile, consumandoli in serena compagnia lontano da luoghi affollati e chiassosi. Eliminare lo zucchero di canna/barbabietola sostituendolo eventualmente con il miele.
Definire, in base alle proprie condizioni di salute, un giorno periodico di digiuno (solo acqua ed estratti di verdura) per purificare il corpo e favorire la rigenerazione neuronale;
4) Rispettare le ciclicità naturali riportandole nel proprio quotidiano: dormire regolarmente sette/otto ore a notte, alimentarsi rispettando tre orari fissi per i pasti principali e due leggeri spuntini a base di frutta/verdura nell’intervallo tra questi. Applicare la regola della tradizione contadina “colazione da re, pranzo da principe, cena da povero”. Programmare le attività lavorative e di piacere in base alle stagioni;
5) Cercare di relazionarsi al prossimo in un’ottica di “empatica simbiosi biologica” basata sulla collaborazione comune (vedi ad es. rapporto tra pesce pagliaccio e anemone o equilibri all’interno di uno sciame d’api) piuttosto che sulla violenza, lo sfruttamento e il cd “vampirismo energetico”.
Preso atto che la catena alimentare prevede vegetali, erbivori e predatori e che su questa gerarchia sono strutturati gran parte degli ecosistemi, cercare di creare rapporti equilibrati con gli altri soggetti, collaborativi verso l’alto e caratterizzati da una sorta di “pionierismo responsabile” verso il basso… così da limitare tensioni e garantire un equilibrio proficuo per tutti e per lunghi periodi.
Forza vitale, idee e alimenti si possono ottenere proficuamente attingendo responsabilmente dai macrosistemi (collettività, mondo, universo) invece di sfruttare violentemente e irrazionalmente il proprio microclima umano e naturale secondo principi parassitari virali.
Cercare di essere empatici e stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri. Partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente in cui si sviluppa la propria esistenza. Capire le proprie emozioni e sviluppare la propria personalità, investendo le proprie pulsioni istintuali nelle relazioni sociali. Avere autocontrollo e risolvere i propri conflitti in modo equilibrato. Essere ottimisti, adattandosi alle condizioni esterne e ai conflitti interni. Avere autostima e fiducia in se stessi.
Amare e vivere la propria sessualità pienamente e consapevolmente, nel rispetto del corpo e della mente propri e del proprio partner.
6) Rispettare e curare gli animali come fratelli minori. Riflettere seriamente sull’impegno e i doveri (cura, eventuale sterilizzazione, custodia, frequenza dei momenti insieme, etc.) che comporta la vita condivisa con questi esseri prima di adottarne, evitando danni gratuiti per un capriccio temporaneo.
Se possibile non acquistare mai in allevamento, ma preferire stalli e adozioni dalle strutture certificate preposte.
7) Fare costantemente attività fisica aerobica/anaerobica. Preferire sport che ci pongano in rapporto con noi stessi piuttosto che in agonismo sfrenato con altri. Preferire attività leggere e costanti nel tempo piuttosto che performance eccezionali;
8) Sempre nell’ottica del “convivio domestico”, riscoprire il valore dei giochi da tavolo dagli storici scacchi ai giochi di ruolo. Fermo che alcuni film e videogiochi rappresentano la maggior espressione artistica multimediale della nostra epoca;
9) Fruire della tecnologia in un’ottica costruttiva e creativa. Comprendere il funzionamento dei processi così, se possibile, da migliorarli o ottimizzarne ciclo produttivo, costo e diffusione. Adoperarsi per sviluppare tecnologia analogica e digitale con tecniche artigianali, così da migliorare la qualità della vita del proprio ecosistema sempre con una particolare attenzione per il consumo di risorse e per gli aspetti problematici legati alla sicurezza e all’inquinamento;
10) Leggere e meditare il più possibile. Valorizzare i contenuti filosofici, spirituali e religiosi dei pensieri di chi ci ha preceduti approcciandosi con mente aperta, critica e costruttiva.
11) Viaggiare il più possibile, meglio fisicamente ma anche fruendo di tutti i supporti multimediali che la nostra civiltà ci offre, per ampliare i propri orizzonti e crescere mentalmente confrontandosi con realtà prima ignote;
12) Dal punto di vista economico-politico, concentrarsi sulla risoluzione dei problemi sociali del proprio territorio, pro-attivamente sui casi singoli e collaborando con le associazioni presenti per quelli più complessi, consapevoli che nel “villaggio globale” ormai il proprio territorio è praticamente il mondo intero.
Evitare l’inserimento della propria persona nel “tritacarne politico o lavorativo”, preferendo posizioni marginali che permettono di realizzare progetti e concretizzare soluzioni sul medio/lungo periodo evitando l’esposizione mediatica.
Nel mondo del lavoro professionale, adoperarsi per limitare le ore lavorative trascorse in ufficio e nel traffico così da aumentare le ore da dedicare alle proprie passioni e attività private. Aderire, se possibile, a sistemi lavorativi part-time o, ancor meglio, di co-working dove si alternano giorni di lavoro in ufficio al lavoro da casa.
Favorire un certo ritorno al baratto (sia in forma tradizionale che in quella digitale delle “wish-list” sulle piattaforme “e-commerce”) e all’utilizzo condiviso di certi servizi.