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Questa pianta fiorita l’ho vista spesso decorare viali cittadini… all’Eremo ne abbiamo una bella davanti alla porta della legnaia: in estate fiorisce tanto ed è visitatissima da api e pronubi vari.


NOTA FEBBRAIO 2024: Nei giorni di Natale sono salito a Torre Pellice e il fioraio, che conosceva mio nonno, mi ha raccontato che il mirto crespo all’ingresso della RSA l’ha piantato lui, a cui piaceva tantissimo come pianta. Che sia un segno? 🤔😉


👁‍🗨 CHECK 02-2024: 🟢


 

 

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Lagerstroemia indica

comunemente nota come mirto crespo, è una pianta appartenente alla famiglia delle Lytraceae, originaria del sud-est asiatico.

È un piccolo albero, o arbusto, deciduo originario della Cina sudorientale, ma risulta presente allo stato spontaneo anche a Giava, nel Laos, in Thailandia, nel Vietnam, in Cambogia e nelle isole Andamane. È stato introdotto in molte altre parti del mondo. È pianta visitata dalle api per il polline ed il nettare.

FONTE

La lagerstroemia, nota anche come mirto crespo, è una pianta decidua nativa di Cina e Corea. Se ne coltivano diverse specie, dalla più diffusa Lagerstroemia indica, con il tipico tronco liscio grigio-marrone, alla Lagerstroemia speciosa, che in natura tocca altezze di 20-25 m. Altre varietà adatte alla coltura sono la Lagerstroemia nana, dall’altezza massima di 90 cm e idonea anche per interni, e la Lagerstroemia rosea, molto rustica. Queste e le altre specie si distinguono per le vistose e lunghe fioriture, da giugno ad ottobre, con cromie che vanno dal bianco fino al rosso, passando per un rosa delicato e un acceso cremisi. Altra peculiarità pregevole della pianta adulta di lagerstroemia è che il tronco in inverno si sfalda, mostrando così piacevoli contrasti fra il grigio della corteccia e i tessuti sottostanti, che virano dal marrone chiaro al rosato. Le esigenze idriche delle molte varietà sono simili. Le irrigazioni della lagerstroemia, nella stagione calda, devono assicurare un tasso di umidità del terreno moderato ma costante. Tale pianta infatti teme i ristagni idrici come la siccità (che causa la perdita dei boccioli). In inverno invece mantenere il terreno semi-asciutto.

FONTE