Arihanna nel 2019 mi ha donato l’edizione speciale per il 500° anniversario della morte di LEONARDO DA VINCI, con doppia punta (inchiostro ed Ethergraf -reazione chimica con carta-). E’ stupenda!

Fatta di una lega segreta, è senza inchiostro

Aero è l’ultimo modello di un prodotto nato due anni fa. Lascia sul foglio un tratto simile a una matita ma non si cancella, come una penna. Non è però né l’una né l’altra. Sfrutta l’idea della punta d’argento di Leonardo Da Vinci, in chiave moderna. Non ha inchiostro né grafite, dunque non si ricarica. Scrive sulla carta ossidandola attraverso una punta in «ethergraf», una lega metallica segreta in attesa di brevetto. La penna, a parte la punta, è vuota: ed è questa la caratteristica sfruttata per Aero. «La stilo è stata bucata, ma non bastava ancora – spiega il designer Paolo Lugaro –. Il vuoto è a forma di infinito». Il supporto, per contrasto, è di cemento grezzo. «Come se le impedisse di prendere il volo». Il manico è di alluminio aerospaziale, usato per i carrelli degli aerei o nella Formula 1.

Il prodotto, valore di mercato circa 120 euro, è il risultato dell’incontro tra «una piccola azienda che ha avuto l’idea di progettare qualcosa che sul mercato non c’era – dice Davide Fabi, uno dei soci fondatori di Napkin, azienda romagnola i cui prodotti sono distribuiti in 20 Paesi – con una realtà di design così importante come Pininfarina». I materiali sono lavorati in Italia.

Il primo modello, del 2014, si chiamava Cambiano, esiste anche nella versione Star Wars e ha l’impugnatura di alluminio e legno. «Pensammo a una tiratura di 5 mila copie, oggi siamo a 60 mila e puntiamo, con Aero, a fare il bis», dice Fabi. Da parte sua, Pininfarina, spiega la necessità di evolversi: «Il design è a 360°: ci siamo ampliati, non limitandoci più alle auto, ma aprendoci all’industrial e all’interior design». Aero pesa 17 grammi: «Il lusso – dice Pininfarina – è leggero». E, a questo punto della storia, si inserisce la ricerca. L’azienda ha stretto un accordo con il Politecnico di Torino per rielaborare i materiali della punta e inventare, miscelando nuove leghe, quello che ancora non c’è: i colori.

FONTE