Riporto parzialmente questo articolo a titolo di promemoria per integrarlo appena possibile con mie ulteriori riflessioni in materia. Chi di noi non ha incontrato nel suo cammino soggetti con questo profilo psicologico e ne ha derivato patimento? Conoscere i meccanismi mentali degli stessi aiuta a identificarli per starne lontani (sono inguaribili) o per recidere i legami che abbiamo creati inconsapevoli delle conseguenze a medio e lungo termine…

Logicamente tutti i diritti sono dell’ottima autrice che leggo con interesse da qualche tempo sul sito PSICOADVISOR.COM


10 (+1) cose che il manipolatore non sopporta

Nessuno può, ad oggi, affermare con certezza assoluta quale percorso evolutivo, quale combinazione di geni e aspetti ambientali, conduca un bambino a sviluppare un comportamento manipolatorio. Condizioni di partenza simili possono portare a esiti molto differenti tra loro e viceversa. Ci sono, però, svariate ipotesi, frutto delle ricostruzioni dei clinici rispetto alla storia di sviluppo di persone manipolatrici e narcisiste.

L’infanzia del manipolatore affettivo

Una prima ipotesi è quella di un bambino che cresce in una famiglia in cui tutto ruota intorno al successo e al riconoscimento, in cui la grandiosità del bambino viene annaffiata abbondantemente minuto per minuto, giorno dopo giorno. Nessuno è speciale quanto lui, nessuno alla sua altezza. Ogni minimo insuccesso, ogni deviazione dalla perfezione, sono però categoricamente proibiti, pena il disappunto e la profonda delusione dei genitori.

Il bambino respira nell’aria la competizione, inala dosi massicce di agonismo, il messaggio che riceve è che nulla conta fuorché primeggiare, tutto il resto è insignificante.  le richieste di cure, affetto e vicinanza sono del tutto ignorate e disprezzate dai genitori.
La seconda strada è quella stile Scarface, del narcisista manipolatore come reazione alle avversità della vita, a un mondo duro, spietato, che però non è riuscito a schiacciare, a sottomettere la persona, l’urlo della vittoria e un’onnipotenza che va pacchianamente esibita. Il terzo percorso riguarda quei casi in cui al bambino è stato negato di abbandonarsi al gioco, potersi rotolare nel fango, combinare guai, gli è stato cioè negato di assaporare il gusto di un’infanzia spensierata.

L’inversione dei ruoli

Si ritrova dunque a sorreggere, a un’età in cui vorrebbe essere sorretto, il peso della famiglia; ad occuparsi di genitori che non riescono a prendersi cura di loro stessi, proteggersi da genitori minacciosi, che hanno lo sguardo di chi vuol fare del male.

Il bambino, dunque, si equipaggia per tenere questo peso fra le mani, fa tutto ciò che serve per tirare avanti, incluse lodi e l’attribuzione di riconoscimenti che, invece, avrebbe avuto bisogno di rintracciare nello sguardo fiero dei genitori. Tale contesto produce nel bambino un inappropriato senso di forza che poi, con il tempo, potrebbe trasformarsi nel voler dominare su tutto

 11 cose che il manipolatore non sopporta

Pur essendo il manipolatore una persona incapace di provare sentimenti e di lasciarsi andare all’emotività, anche lui ha dei punti deboli che, se sfiorati, sono in grado di metterlo in ginocchio. Cosa non sopporta un manipolatore? Quali sono i comportamenti che proprio non riesce a tollerare e che lo fanno impazzire?

1. Guardarsi dentro

Il manipolatore ha troppa paura di guardarsi dentro perché crede che la verità che troverebbe sarebbe devastante. Emotivamente, è una persona spenta dentro, non è capace di connettersi con le sue emozioni, con le sue ferite interiori. Non è in grado di apprezzare l’amore. Può far finta di amare se stesso e gli altri, ma non è in grado di farlo.

2. Le persone risolte

Odia le persone indipendenti affettivamente perché non riesce ad avere il controllo su di loro e quindi manipolarli. Trovarsi, dunque, in un contesto dove il manipolatore sa di non avere un grosso ascendente tende a destabilizzarlo parecchio!

3. Il tuo successo

Il manipolatore pensa di dover essere l’unico a ricevere tutti i consensi, l’attenzione e i riconoscimenti.
Lui o lei è patologicamente geloso e invidioso se un altro/a riceve un riconoscimento. È probabile che assuma comportamenti passivo-aggressivi per destabilizzare la sua preda.

4. Essere ignorato

Tra le cose che il manipolatore proprio non sopporta è essere ignorato. Non riesce ad accettare di non essere ritenuto interessante da qualcuno, perciò, se trova qualcuno o qualcuna che non resti colpito dal suo modo di porsi, cercherà di attirare la sua attenzione per aumentare il suo ego.

5. Essere deriso

Essere preso in giro per il manipolatore è un qualcosa di catastrofico. In particolare se succede davanti a molte persone. Sentendosi come una sorta di supereroe non può concepire che qualcuno possa umiliarlo in questo modo. Questo perché solitamente è lui/lei a denigrare le altre persone.

6. Chi riesce a catturare l’attenzione o avere più successo di lui/lei

Il manipolatore nutre una profonda gelosia verso chi è naturalmente carismatico e brillante. Le persone di successo lo fanno sentire in competizione, e questo suo disagio lo porta a praticare qualsiasi tattica pur di sminuirle. E’ capace di inventare fandonie sul loro conto per sentirsi superiore.

7. Non avere il controllo

Il manipolatore non sopporta se qualcosa non va come prefissato. Ma anche se qualcuno non si comporta come secondo lui dovrebbe. Ogni sua azione dovrebbe corrispondere a una precisa reazione nel mondo esterno e quando non accade quello che aveva programmato può diventare iracondo e vendicativo. Questo succede anche con lui/lei stesso se non riesce a mantenere il controllo totale delle sue emozioni.

8. Il rifiuto

Essere rifiutato non è una possibilità presa in considerazione dal manipolatore dato che si sente superiore a tutti quelli che lo circondano. La sua fortissima (finta) autostima quindi viene minata quando qualcuno non cede al suo fascino e alle sue manipolazioni.

9. Fallire

Il manipolatore non sopporta di fallire, la sua vita deve essere solo costellata di successi di cui potersi vantare con le sue vittime. Anche quando fallisce non si assume mai le proprie colpe e cerca di scaricarle su altre persone. Quando non c’è nessuno da incolpare il manipolatore prova grossa frustrazione. Possono seguire comportamenti aggressivi verso il primo mal capitato.

10. L’intimità di coppia

Il manipolatore teme l’intimità perché la vive sempre come invasiva e come una minaccia alle sue difese. Vive il sentimento con freddezza, distacco e mancanza di empatia. La sua illusione è che non ha bisogno di nessuno, in realtà soffre intimamente di un bisogno di dipendenza.

11. Il tuo fiorire

Ciò che il manipolatore non sopporta più di ogni altra cosa, è vederti ricostruire la tua vita, andare avanti e creare più successo e felicità di prima. Infatti crede di devastare per sempre la tua vita, cosa che lo fa sentire davvero importante.

Ma tu puoi guarire e rifiorire…è  il momento per riscoprirsi, per ricominciare a vivere e ad apprezzare la libertà come valore imprescindibile, non barattabile con nessuna forma di amore, benché meno per un amore di plastica.

A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista
FONTE


Come tenere testa un manipolatore

Avere una relazione con un manipolatore affettivo è profondamente tossico per chi si ritrova a essere vittima delle sue strategie. Il suo comportamento è profondamente destabilizzante per l’equilibrio psicologico di chi cerca di comprendere i suoi bisogni e soddisfare le sue richieste.

Le reazioni più frequenti che si innescano nella vittima sono

  1. Frustrazione: non si è mai abbastanza intelligenti, belli, bravi o disponibili per gli standard di un manipolatore affettivo
  2. Perdita di autostima: i suoi bisogni sono più importanti, si scandisce la vita in base alle priorità del manipolatore, di conseguenza la vittima inizia ad annullarsi per il bene della relazione
  3. Rabbia inespressa: quando la vittima cerca di manifestare rabbia il manipolatore svaluta completamente quella manifestazione emotiva, catalogandola come eccessiva e folle, quindi la vittima se sente costretta a reprimerla.

Proprio la rabbia che cova per lunghissimo tempo nell’emotività della vittima porta quest’ultima a maturare desideri di vendetta nei confronti del manipolatore affettivo. Si tratta di una reazione perfettamente comprensibile: le vittime si convincono che, dopo aver realizzato la propria vendetta, saranno libere e felici.

Le cose naturalmente non sono così semplici e inoltre la ricerca della vendetta può trasformarsi in una nuova trappola emotiva che potrebbe assorbire moltissime energie mentali e “legare” la vittima al carnefice in maniera ancora più subdola.

Le solite strategie del manipolatore per tenere in pugno la vittima

Il manipolatore affettivo adotta determinate strategie mentali e comportamentali per legare la vittima e farla diventare dipendente dalla sua presenza o dalla sua approvazione. Tra le strategie più comuni del manipolatore affettivo (e del narcisista patologico) ci sono:

  • il silenzio intermittente: sparisce per giorni o settimane senza dare spiegazioni, poi ricompare come niente fosse
  • lo sfruttamento delle debolezze: denigra la sua preda sfruttando le sue insicurezze per il solo scopo di farla sentire inadeguata e sbagliata. Una strategia molto efficace per tenere in pugno la vittima
  • il senso di colpa: è abilissimo nel far credere che sono gli altri i colpevoli di ogni cosa, soprattutto degli errori il manipolatore stesso commette. Insomma è abilissimo nel “girare la frittata” a suo piacimento

Come tenere testa a un manipolatore

Cerchi vendetta? La soddisfazione data dalla vendetta nell’aver messo spalle al muro un manipolatore è un sentimento appagante e profondamente affascinante per la maggior parte delle persone.

Questo non significa però che sia un sentimento positivo per l’equilibrio psicologico. Piuttosto che vendicarsi e cercare di indagare la psicologia del proprio carnefice, la cosa più saggia da fare sarebbe allontanarsi il più velocemente possibile dal manipolatore affettivo, tagliando tutte le forme di contatto con lui. Intanto ti offro alcune strategie per tenere testa un manipolatore con soluzioni assertive e funzionali.

1. Indifferenza assertiva

Il manipolatore affettivo ama essere adorato, approvato o invidiato dalle persone che lo circondano. Ha bisogno di scatenare una reazione in qualunque modo possibile per poter affermare la sua esistenza.

L’indifferenza è pertanto un’arma potentissima contro il manipolatore affettivo. Si tratta di una “inversione”  del suo modus operandi: trattamento del silenzio, abitudine a sparire periodicamente.

Ovviamente non serve attuare le sue stesse tattiche o strategie del tipo: negarsi a telefono, fingere di essere impegnati, sparire senza dare spiegazioni…..queste tattiche subdole lasciamogliele a lui! Non devi vendicarti, devi solo tenergli testa, rivendicare il tuo diritto di essere rispettata come persona.

L’indifferenza assertiva nei confronti di un manipolatore si esprime rivoluzionando le tue priorità.  E consiste nel non cedere alle provocazioni del manipolatore, nell’ignorare i commenti offensivi…insomma non dare risposta ai comportamenti che generano solo situazioni di stress e frustrazione. Con il passare del tempo, l’indifferenza assertiva diventa un’arma efficace per disinnescare il comportamento nocivo del manipolatore: non avendo riscontro con il suo gioco malsano, prima o poi abbandonerà questi comportamenti in quanto inefficaci.
E’ anche fondamentale non dare la possibilità al manipolatore di controllare i nostri rapporti: se ci chiede di non frequentare più una determinata persona, non bisogna assecondarlo. Se ci mette contro la nostra famiglia bisogna opporsi con forza!

2. Ironia

Il manipolatore si crogiola nel suo immenso ego.  Ama prendersi molto sul serio e a ingigantire i suoi meriti e le sue imprese. Ma questa è solo una facciata: a conti fatti, non è altro che una persona con profondi problemi di autostima che nasconde anche a se stesso. Infatti, egli cerca di colmare tali lacune costruendo un’immagine fasulla, nella quale è il primo a credere.

E grazie ai suoi punti deboli, l’ironia può diventare un arma potentissima contro il manipolatore affettivo. Ironizzare sulle loro storie sempre esagerate, ridimensionare i suoi meriti o la sua persona con una battuta pungente e dimostrare di non essere impressionati dai suoi racconti e dal suo atteggiamento sarà quasi insopportabile per il manipolatore.

3. Canalizzare la rabbia

Il manipolatore si nutre dei sentimenti che riesce a generare nelle persone. Non importa che quei sentimenti siano di amore, ammirazione, odio o disprezzo. Ciò che gli importa è essere tenuto in considerazione, essere importante in qualche modo, per un periodo più o meno breve.

In particolare, quando il manipolatore affettivo riesce a generare rabbia nel suo interlocutore raggiunge un apice di soddisfazione che difficilmente riesce a provare con altri mezzi. È fondamentale riuscire a controllare la propria rabbia senza manifestarla, oppure canalizzandola attraverso l’ironia o il sarcasmo, con la consapevolezza che si sta togliendo nutrimento emotivo al manipolatore.

In questa fase è fondamentale riuscire a trasformare la rabbia che ci logora dentro, in una rabbia strumentale. Bisogna imparare a controllarla per renderla uno strumento contro il narcisista.

Per esempio, se il manipolatore ci istiga, rispondiamo con tono pacato ma manifestando le nostre ragioni. Se lui dice che abbiamo torto su una certa questione, spieghiamoci di nuovo cosa ci porta a pensarla in un determinato modo.  Queste reazioni lo destabilizzeranno: il suo scopo di instillare sensi di colpa si riveleranno per lui inefficaci.

4. Lo specchio

Le cause per cui un individuo diventa un manipolatore sono da ricondurre  nella sua storia personale e molto spesso risalgono alla sua infanzia.

Tutto quello che il manipolatore  fa nella sua vita da adulto è finalizzato a nascondere la propria vulnerabilità e la sofferenza provata in passato, cercando disperatamente di non mettersi nella stessa situazione.

Dopo aver compreso quali sono le motivazioni alla base del suo comportamento, si potrebbe decidere di rivelarle al manipolatore. Metterlo duramente davanti alle sue debolezze e alle falle nella sua emotività innescherà nel manipolatore una reazione emotiva devastante. Molto probabilmente cercherà di nascondere il suo stato d’animo ferito e vulnerabile: il manipolatore non sopporta guardarsi dentro. A quel punto comprenderà che il suo gioco è stato scoperto e che qualcuno lo ha visto per quello che è davvero.

5. Consapevolezza

Il modo più straordinario di tenere testa un manipolatore è acquisire la consapevolezza del nostro “valore”. Sappi che dentro di te c’è una forza incredibile che ha bisogno solo di una piccola scintilla per essere accesa.

Quello non è amore…è solo un prepotente che cerca conferme nelle altre persone, coinvolgendole in giochi di manipolazioni e dolori. Se tu non vuoi far parte di tale gioco al massacro ti basta solo volerlo! Lo so che è difficile, ma un passo alla volta ce la farai. Prima di tutto, ricorda chi sei: sei una persona bella e speciale che ha solo creduto alle false promesse di un manipolatore. Non sentirti in colpa. Chi più chi meno, almeno una volta ci cascano tutti!

C’è una buona azione che però si potrebbe compiere nei confronti del proprio manipolatore affettivo prima di sparire definitivamente dalla sua vita:

Consigliargli di farsi seguire da un terapista professionista, che sia in grado di guidarlo verso la comprensione e il superamento dei suoi traumi e dei suoi comportamenti tossici.

Molte vittime credono di poter “salvare” il manipolatore solo attraverso l’amore e la forza di volontà: si tratta di un’illusione assolutamente falsa e pericolosa. Il manipolatore non guarisce se non attraverso una lungo e consapevole percorso terapeutico.

A cura di Ana Maria Sepe, psicoanalista