La parola rancore si riferisce al processo mentale di rivivere ripetutamente un sentimento che ci infastidisce o ci fa arrabbiare e gli eventi che lo hanno generato. Nel rancore non facciamo un semplice riepilogo dei fatti: li ripercorriamo e riviviamo in un modo che ci influenza emotivamente, fisiologicamente e spiritualmente in modo distruttivo. L’inabilità di liberarsi dal rancore è probabilmente il singolo impedimento più importante alla riparazione di connessioni intime disgregate, spaccature all’interno delle famiglie o amicizie compromesse.
Benché il rancore possa essere provocato da conflitti specifici insorti di recente tra due persone, di solito nasconde difficoltà relazionali che risalgono a molto tempo prima. Il vostro genitore, figlio, fratello o compagno possono accusarvi di un affronto o di uno sgarbo recente, ma è probabile che ci sia dell’acredine alimentata da una lunga lista di altri episodi (immaginari o reali) di mancanza di riguardo o di rispetto. Per esempio, il vostro coniuge potrebbe arrabbiarsi per via di una promessa non mantenuta o di una singola disattenzione, ma se non riesce a lasciarsi alle spalle questo sentimento è perché esso scaturisce da una lunga storia di senso di abbandono, esasperazione e frustrazione. Un vostro genitore o fratello potrebbero accusarvi di aver dimenticato un evento speciale come il loro compleanno ma, ancora, la recente accusa è solo la causa scatenante di questi sentimenti. Una reazione forte come il risentimento non sembra essere quasi mai legata a ciò che la scatena. E’ sempre il prodotto di una lunga storia di insoddisfazione pregressa. Ma cosa causa l’infelicità che è alla base del rancore?
Tutto ciò che le persone possono averci fatto che noi percepiamo come immotivatamente meschino, offensivo o irriguardoso.
Tutto ciò che le persone non hanno fatto per noi e che crediamo avrebbero dovuto fare.
Sentire che le persone che fanno parte della nostra vita non hanno rispetto per noi.
Facciamo questo perché ci illudiamo che, ostinandoci nel nostro risentimento, in qualche modo otterremo la giustizia che crediamo ci sia dovuta. Ci aggrappiamo ad un futile bisogno di “avere ragione”, che prevale sulla nostra volotà di guarire e essere in pace con noi stessi. Rimaniamo aggrappati a presunte offese perché non conosciamo altri modi per fare i conti con i sentimenti dolorosi, la sofferenza, il rifiuto, l’ abbandono. Abbiamo bisogno di apprendere a superare il risentimento, perché convivere con esso può solo portarci pena e sofferenza e impedirci di costruire altre relazioni basate sull’amore, la dedizione e il sostegno reciproco. Lasciarsi alle spalle il risentimento non è una concessione alla persona verso cui provate rancore. E’ piuttosto una concessione che fate a voi stessi.
Restare aggrappati alla vostra rabbia, al vostro sentirvi feriti da qualcuno a cui una volta vi sentivate vicini, può solo ostacolare la vostra capacità di andare avanti con la vostra vita e imparare a scendere a patti con le ferite. Superare il risentimento, sia che significhi riparare la spaccatura che si è formata o riportare un senso di integrità e di pace dentro di voi, o entrambe le cose, è decisivo per evitare che il vostro passato interferisca con il vostro presente. Qualche tempo fa ho letto una cosa interessante sul rancore. Merita la lettura.
“Nel momento in cui cominciate a risentirvi con una persona, diventate il suo schiavo. Controlla i vostri sogni, vi rovina la digestione, vi deruba della vostra pace e della vostra buona volontà e vi porta via la gioia di fare il vostro lavoro. Manda in rovina la vostra religione e rende vane le vostre preghiere. Non potete prendervi una vacanza senza portarlo con voi. Distrugge la vostra libertà mentale e vi bracca dovunque andate. Non c’è modo di sfuggirgli. E’ con voi quando vi svegliate. Invade la vostra privacy quando dormite. E’ accanto a voi quando guidate la vostra automobile o quando siete a lavoro. Non riuscite a combinare niente né ad essere felici. Influenza anche il tono della vostra voce. Esige che prendiate medicine per l’indigestione, il mal di testa e la stanchezza. Vi ruba anche gli ultimi momenti di coscienza prima di addormentarvi. Dunque, se volete essere schiavi, covate del rancore!”
Mente avvelenata, corpo avvelenato
Ripassate questo detto:”Vivere nel rancore è come prendere del veleno e aspettarsi che muoia l’altro.” Rende molto bene uno degli aspetti più opprimenti del rancore – forse quello che state vivendo proprio adesso. Se state pensando a come vendicarvi di qualcuno e provargli che voi siete nel giusto e lui si sbaglia, forse vi serve ricordare che la persona su cui converge la vostra animosità potrebbe sentirsi bene, godersi la vita senza essere affatto turbato da nessuna delle intenzioni che stanno occupando spazio nel vostro cervello. In ultima analisi, il risentimento danneggia molto più voi della persona alla quale state portando rancore.
Per fortuna, ci sono alcuni modi per uscire dalla morsa opprimente del risentimento. Sono risposte alternative, vitali e sane che vi aiuteranno a conquistare la libertà dall’ossessione delle ingiustizie passate. Avete delle scelte a disposizione di cui potreste non accorgervi. Come potete imparare come neutralizzare l’effetto di questi sentimenti intossicanti? Imparate a memoria questi suggerimenti e sarete sulla buona strada.
10 mosse per superare il rancore:
Trattate il rancore per quello che è: uno stato mentale che dá assuefazione.
Realizzate che state usando il rancore per replicare vecchi drammi e prendete consapevolezza che non potete cambiare il passato.
Prendete in esame l’idea che forse il vostro rancore può derivare dal fatto che a livello mentale confondete le persone del vostro presente con persone del vostro passato.
Siate consapevoli del fatto che non potete controllare coloro che vi hanno opposto un rifiuto o danneggiato.
Riconoscete che il vostro rancore vi dà solo un’illusione di forza. Invece, evidenziate e mostrate il valore della vostra forza e autorevolezza reali.
Imparate a identificare i segnali delle sensazioni che spingono al risentimento. Applicate l’acronimo HALT, largamente usato nel programma dei 12 passi degli Alcolisti Anonimi: Hungry (Affamato), Angry (Arrabbiato), Lonely (Solo) e Tired (Stanco).
Mettete in pratica tecniche cognitivo-comportamentali per smettere di indulgere nel rancore. Usate la testa per capire la differenza tra avere dei naturali sentimenti di risentimento e indulgere nel rimuginare su di essi.
Cercate di capire che parte avete avuto nel permettere che l’altro vi offendesse, perdonatevi per questo e prendete la decisione di fare sì che non accada di nuovo.
Dichiarate un amnistia per la persona verso cui provate rancore e per voi stessi.
Quando potete, perdonate, e quando non potete cercate consapevolmente e deliberatamente di dimenticare, tenendo a mente che questi atti sono dei doni che fate a voi stessi piuttosto che una capitolazione di fronte alla persona verso cui provate rancore.
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