0027 + 0029

(Nella grafica sono i numeri 3 e 5)

Nel giardino nell’Eremo ElGram i precedenti proprietari avevano impiantato un piccolo frutteto composto da una dozzina di alberi da frutto molto particolari. Ho riconosciuto subito, perché tipico delle Valli Occitane, il PRUNO DEL DELFINATO ma devo ancora inquadrare bene gli altri due susini. Inizio pertanto a scrivere una sola scheda descrittiva riassuntiva, riservandomi in futuro di sdoppiarla in due dedicate, ve ne fosse la necessità.

NOTA GIUGNO 2022: Ad oggi pare proprio che il 3 sia un pruno europeo, con i frutti viola grandi e carnosi, mentre il 5 sia una pianta di ramasin, piccole susine.


👁‍🗨 CHECK 12-2023: 🟢


Prunus domestica

Il pruno europeo, da alcuni chiamato prugno o susino (Prunus domestica) è una pianta della famiglia delle Rosacee che produce i frutti noti col nome di prugna o susina.

Originario dell’Asia, nello specifico della zona del Caucaso, in seguito cominciò ad essere coltivato anche in Siria, principalmente a Damasco. I Romani, verso il 150 a.C., lo introdussero nell’area del Mediterraneo, ma furono i Cavalieri della Prima Crociata a portarlo in tutta l’Europa intorno al 1200 d.C., dapprima in Francia, poi in Germania e nelle altre regioni. Si spinge (forse inselvatichita) nell’Europa centrale, giungendo con la var. Juliana fino alla Danimarca e alla Scandinavia meridionale. L’origine della parola prugna è alquanto incerta: probabilmente, deriva dalla radice indoeuropea prus, bruciare, da cui deriva anche il greco pyrsòs, rosso, colore del fuoco ardente. Il sostantivo prugna è da preferire per nominare i frutti allungati del pruno domestico, un albero coltivato in Europa da tempi più remoti come si può evincere anche dal confronto con altre lingue neolatine (Francese o Romeno ad esempio). Susina è il nome corretto dei frutti tondi del Prunus Salicina di origine probabilmente cinese e arrivato nelle campagne europee più recentemente.

Il frutto contiene le vitamine A-B1-B2 e C e alcuni sali minerali: il potassio, il fosforo, il calcio e il magnesio. La polpa della susina è utile al fegato per compiere il processo della secrezione biliare.

L’albero del pruno ha la tipica forma ad ombrello o ad alberello, di medie dimensioni: da 3-4 fino a 6-8 metri d’altezza secondo la varietà.

Talvolta nodoso, presenta fiori solitamente bianchi che sorgono già all’inizio della primavera.

I frutti di forma ovale o sferica maturano da giugno a fine settembre a seconda delle varietà e la raccolta viene effettuata in più riprese. I frutti possono giungere sino a 8 cm di grandezza e sono solitamente di sapore dolce, anche se alcune varietà si presentano aspre e necessitano di essere cotte con zucchero per essere commestibili. Tutte le varietà di frutti di Prunus contengono al loro interno un seme di notevoli dimensioni, che non è commestibile.

Produzione

Questo frutto si raccoglie da giugno a ottobre, con la possibilità di ottenere fino a cinque raccolte. Per stabilire il grado di maturazione si valuta il grado rifrattometrico, la resistenza della polpa (misurata col penetrometro), il rapporto solidi solubili/acidità totale e infine la variazione del colore di fondo della buccia. La prima raccolta è generalmente la migliore, fino ad arrivare poi alle ultime che presentano frutti di seconda qualità. Data la natura organolettica della polpa conservare in frigo questo frutto si rivela quasi inutile, in quanto la polpa tende ad imbrunire.

FONTE


Ramasin

Il darmasin, o ramassin, è una cultivar locale di susino, diffusa quasi esclusivamente nel territorio piemontese.

Etimologia e storia

Il nome deriva dalla variante di dramassin o dalmassin (quest’ultima coltivata nel territorio monregalese) e, in italiano conosciuta anche come damaschina, in quanto fu importata in Europa dalla Siria, la cui capitale è, appunto, Damasco, dai Crociati del XII secolo. Altre ipotesi concordano sul fatto che la pianta fu importata direttamente dai saraceni durante le loro invasioni nel IX-X secolo.

La coltivazione poi, si prestò soprattutto ai microclimi collinari delle zone del Piemonte meridionale e di alcune zone della Liguria, ma anche ad alcune piantagioni nel Torinese e nel Chierese ad opera dei monaci benedettini del XIII secolo.
Nel XIX secolo poi, le coltivazioni furono ulteriormente selezionate per produrre il prodotto tipico che, nel 1998 fu denominato “prugna agroalimentare tradizionale delle Colline torinesi”, mentre in Cuneese fu istituito un Presidio Arca del Gusto di Slow Food del ramassin della Valle Bronda, del Monviso e della Valle Po (Pagno, Castellar e Brondello).

Descrizione

Il frutto è una piccola susina, di approssimativamente 1,5 x 3 centimetri. Il colore è generalmente viola scuro e una delle sue caratteristiche peculiari è la facilità con cui è possibile staccare il nocciolo dalla polpa. Altre caratteristiche sono una polpa molto dolce e la buccia più ricca di pruina.
Il periodo di maturazione è precoce, generalmente nel mese di luglio, anche se è possibile una maturazione fino a fine agosto.

Ecotipi

  • Ramassin del Roero
  • Ramassin di Saluzzo
  • Ramassin di Pagno
  • Ramassin giallo

Riconoscimenti

Il Ramassin (susino damaschino) del Saluzzese è stato riconosciuto come prodotto tradizionale dal ministero delle politiche agricole.

FONTE